Poeta belga di lingua francese (Saint-Amand, Anversa, 1855 - Rouen 1916). Nelle prime liriche (Les Flamandes, 1883; Les Moines, 1886) s'ispirò ai temi della tradizione fiamminga, che riprese più tardi nel ciclo di Toute la Flandre (I. Les tendresses premières, 1904, La guirlande des dunes, 1907; II. Les héros, 1908, Les villes à pignons, 1910; III. Les plaines, 1911). Un'inquietudine e un cupo misticismo tipicamente fiamminghi si rispecchiano nei libri Les soirs (1888), Les débâcles (1888), Flambeaux noirs (1891). Poi cantò con impeto e con drammatica passione sociale le energie della natura e dell'umanità: Les apparus dans mes chemins (1891); Les campagnes allucinées (1893); Les villes tentaculaires (1895); La multiple splendeur (1906), ecc. V. scrisse anche per il teatro (Le cloître, 1900; Philippe II, 1901; Hélène de Sparte, 1912); come prosatore, lasciò libri di racconti, di critica, e pagine sulla guerra e l'invasione del Belgio.