Broglio, Emilio
Giurista e uomo politico (Milano 1814 - Roma 1892). Partecipò alle Cinque giornate di Milano e fu segretario del governo provvisorio della città, ma dopo il ritorno degli austriaci dovette rifugiarsi a Torino, nella cui università insegnò per qualche tempo Economia politica. Si interessò di diritto tributario (Dell’imposta sulla rendita in Inghilterra e sul capitale negli Stati Uniti. Lettera al Cavour, 1856-57) e di diritto costituzionale (Delle forme parlamentari, 1865). Dal 1861 tra i deputati più attivi e in vista della Destra, fu membro di varie commissioni, ministro dei Lavori pubblici nel gabinetto Menabrea (1867) e poi della Pubblica istruzione subentrando a Girolamo Cantelli (1867-69). Mentre ricopriva questo incarico costituì una commissione per lo studio dei problemi relativi all’unificazione linguistica italiana, chiamandone alla presidenza Alessandro Manzoni che ne trasse occasione per lo scritto Dell’unità della lingua e dei mezzi di diffonderla. Nel 1868, come ministro dell’Istruzione, firmò un provvedimento di sospensione a carico di Giosue Carducci e di altri due professori dell’università di Bologna, Giuseppe Ceneri e Pietro Piazza, colpevoli di aver sottoscritto un messaggio a Mazzini e a Garibaldi in occasione delle celebrazioni dell’anniversario della Repubblica romana. Promosse il Novo Vocabolario della lingua italiana secondo l’uso di Firenze (il «Giorgini-Broglio», 4 voll., 1870-97), che ebbe però scarsa diffusione.