Emirati Arabi Uniti
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Geografia umana ed economica
Stato dell'Asia sud-occidentale. La dinamica demografica continua a essere caratterizzata da un elevato tasso di accrescimento annuo, dovuto in parte alla politica espansiva degli emirati più piccoli, in parte alla massiccia immigrazione di lavoratori asiatici. Le maggiori concentrazioni demografiche sono la capitale Abū Ẓabī e Dubai.
La crescita economica continua a essere resa dinamica dal mercato petrolifero. Tuttavia, pur mantenendo una forte dipendenza dai redditi petroliferi, anche se in maniera molto differenziata nei sette emirati che compongono la federazione, l'economia ha raggiunto una discreta gamma produttiva e gli idrocarburi, che negli anni Settanta contribuivano per il 70% alla formazione del PIL, sono scesi al 30%. Nel 2004 dai diversi giacimenti del Paese, in gran parte costieri e sottomarini, concentrati soprattutto nei due emirati di Dubai e Abū Ẓabī, erano stati estratti oltre 123,6 milioni di t di greggio e 45.800 milioni di m3 di gas naturale.
La bilancia commerciale è largamente eccedentaria: oltre agli idrocarburi, che costituiscono la maggioranza delle esportazioni, il ruolo di piattaforma di riesportazione del sistema portuale di Dubai (terzo porto di riesportazione al mondo, dopo Hong Kong e Singapore) pesa notevolmente sul valore complessivo degli scambi esteri del Paese. La crescita economica ha ricevuto un discreto impulso anche dal prospero sistema bancario, la cui affermazione è favorita dal costo relativamente basso delle operazioni. Al fine di contrastare l'idea di una certa collusione tra gli interessi finanziari e la rete dei terroristi islamici sono state adottate norme restrittive e sono stati rafforzati i controlli, soprattutto riguardo alla hawala, sistema informale di trasferimento di denaro utilizzato soprattutto dagli immigrati.
Storia
Dalla metà degli anni Novanta la federazione degli E.A.U. ha conosciuto una grande trasformazione: aeroporti internazionali, avveniristici centri commerciali, sviluppo del turismo di lusso. Nel 2000, inoltre, è stata inaugurata Dubai Internet City, zona franca per le imprese di commercio elettronico. Allo sviluppo economico non si sono accompagnate, però, sostanziali modifiche nella vita politica, sempre dominata dalle famiglie reali dei diversi emirati: non esistono, infatti, organi democraticamente eletti, partiti politici e organizzazioni di lavoratori. Ciò nonostante la necessità di attrarre capitali e commerci ha determinato una certa tolleranza nella federazione, dove convivono circa centoquaranta diverse nazionalità, molte provenienti dal Sud-Est asiatico.
In politica estera, nei primi anni del nuovo secolo gli E.A.U. assunsero un atteggiamento tutt'altro che ostile alla politica statunitense; in seguito agli attentati dell'11 settembre 2001, dopo essere stati gli unici con Pakistan e Arabia Saudita ad aver riconosciuto il regime dei Ṭālibān in Afghānistān, ruppero le relazioni diplomatiche con quest'ultimo per protestare contro la mancata consegna agli Stati Uniti di U. ibn Lādin, presunto organizzatore degli attentati. Nel marzo 2003 facilitarono le operazioni militari statunitensi contro l'Irāq, ospitandone le forze aeree.
All'inizio di novembre 2004 lo sceicco Zāyid ibn Sulṭān al-Nihayyān, presidente della federazione, varava un cambio nelle fila del governo: per la prima volta una donna veniva nominata ministro e assumeva il dicastero dell'Economia. Pochi giorni dopo, però, lo sceicco, che aveva guidato gli emirati dalla loro fondazione nel 1971, moriva. Gli succedeva il figlio Khalifa ibn Zāyid al-Nihayyān. Nel gennaio 2006, alla morte dell'emiro di Dubai lo sceicco Maktoum bin Rashid al-Maktoum, vicepresidente e primo ministro, gli succedeva in tutte le sue cariche il generale Shaikh Mohammed.