Enciclica
(XIII, p. 944; App. II, i, p. 853; III, i, p. 549; IV, i, p. 691; V, ii, p. 104)
Dal giugno 1991 fino a tutto il 1999 sono state pubblicate quattro e., sei esortazioni apostoliche postsinodali, numerose lettere apostoliche e alcune costituzioni apostoliche.
L'e. Veritatis splendor (6 agosto 1993) affronta alcune questioni fondamentali dell'insegnamento morale della Chiesa, e a proposito di alcune tendenze della teologia morale odierna enuncia "i principi necessari per il discernimento di ciò che è contrario alla 'sana dottrina'", esaminando il rapporto tra verità e libertà, tra libertà e legge, tra coscienza e verità, tra fede e morale; la riaffermazione dell'universalità e immutabilità delle norme morali, basate sul rispetto dovuto alla dignità inviolabile della persona, è ritenuta decisiva anche per il rinnovamento della vita sociale, e viene inoltre ribadito che l'evangelizzazione "comporta anche l'annuncio e la proposta morale". L'e. Evangelium vitae (25 marzo 1995), indirizzata non solo ai cattolici ma anche "a tutte le persone di buona volontà", tratta del valore e dell'inviolabilità della vita umana, richiamandosi al concilio Vaticano ii e proponendo l'annuncio del "vangelo della vita" di fronte a ogni minaccia alla dignità e ai diritti dell'uomo, e in particolare di fronte a: omicidio, genocidio, aborto, eutanasia, suicidio e ogni forma di violenza, comprese la guerra e la pena di morte (quest'ultima considerata solo "in casi di assoluta necessità", che sono però definiti "ormai molto rari, se non addirittura inesistenti"). L'e. Ut unum sint (25 maggio 1995), di "indole essenzialmente pastorale", ripercorre le tappe principali del dialogo ecumenico intrapreso "in modo irreversibile" dalla Chiesa cattolica con il concilio Vaticano ii, ne sottolinea i molteplici risultati positivi e delinea le prospettive future; a questo proposito riconosce sia la difficoltà che il primato romano costituisce "per la maggior parte degli altri cristiani", sia la necessità di trovarne "una forma di esercizio" che, "pur non rinunciando in nessun modo all'essenziale della sua missione, si apra ad una situazione nuova". L'e. Fides et ratio (14 settembre 1998), sui rapporti tra fede e ragione, nel contesto filosofico e culturale contemporaneo (valorizzato, ma considerato al tempo stesso lontano dalla verità) richiama e ribadisce l'insegnamento tradizionale della Chiesa, insistendo poi sull'importanza della filosofia in rapporto con la teologia e sottolineandone infine il valore e i limiti nei confronti della fede.
Le esortazioni apostoliche postsinodali (cioè successive ad assemblee del sinodo dei vescovi) sono: Pastores dabo vobis (25 marzo 1992, successiva all'ottava assemblea ordinaria del sinodo dei vescovi tenuta nel 1990), sui problemi della formazione dei sacerdoti, sulla natura e la missione del sacerdozio ministeriale, sulla vita spirituale dei presbiteri e la vocazione sacerdotale nella Chiesa; Ecclesia in Africa (14 settembre 1995, successiva all'assemblea speciale per l'Africa tenuta nel 1994 e firmata da Giovanni Paolo ii a Yaoundé), sulla missione evangelizzatrice della Chiesa nel continente africano; Vita consecrata (25 marzo 1996, successiva alla nona assemblea ordinaria tenuta nel 1994), sulla vita dei religiosi e sulla loro missione nella Chiesa e nel mondo; Une espérance nouvelle pour le Liban (10 maggio 1997, successiva all'assemblea speciale per il Libano tenuta nel 1995 e firmata dal Papa a Beirut), sulla situazione della Chiesa cattolica in Libano e sulla necessità del suo rinnovamento, in dialogo con le altre Chiese cristiane e con le comunità musulmane, nella coscienza dell'identità storica del paese; Ecclesia in America (22 gennaio 1999, successiva all'assemblea speciale per l'America tenuta nel 1997 e firmata da Giovanni Paolo ii a Città del Messico) sui problemi dell'evangelizzazione nelle diverse parti del continente americano; Ecclesia in Asia (6 novembre 1999, successiva all'assemblea speciale per l'Asia tenuta nel 1998 e firmata dal Papa a Nuova Delhi) sulla missione della Chiesa nel continente asiatico.
Tra le numerose lettere apostoliche bisogna almeno ricordare: Ordinatio sacerdotalis (22 maggio 1994), che nega "in modo definitivo" l'ammissione delle donne all'ordinazione ministeriale (decisa invece nel 1992 dalla Chiesa d'Inghilterra); Tertio millennio adveniente (10 novembre 1994), sulla preparazione del "grande giubileo dell'anno 2000" (v. giubileo, in questa Appendice); Ad tuendam fidem (18 maggio 1998), con la quale vengono inserite nel Codex iuris canonici del 1983 e nel Codex canonum ecclesiarum orientalium del 1990 alcune norme per imporre "il dovere di osservare le verità proposte in modo definitivo dal Magistero della Chiesa" (tra queste una Nota dottrinale della Congregazione per la dottrina del 29 giugno 1998 include, tra l'altro, le dottrine sull'ordinazione sacerdotale da riservarsi agli uomini e sull'illiceità dell'eutanasia); Apostolos suos (21 maggio 1998), sulla natura teologica e giuridica delle conferenze episcopali, che "esistono per aiutare i Vescovi e non per sostituirsi a essi" e le cui dichiarazioni dottrinali per costituire "un magistero autentico" ed essere pubblicate a nome delle conferenze episcopali stesse devono essere approvate all'unanimità oppure, se approvate da due terzi dei vescovi appartenenti a una conferenza, devono ottenere la revisione (recognitio) della sede apostolica, cioè di Roma; Dies Domini (31 maggio 1998), sulla santificazione della domenica presentata come "giorno di gioia, riposo e solidarietà" e festa "rivelatrice del senso del tempo".
Si segnalano infine tra le costituzioni apostoliche: Fidei depositum (11 ottobre 1992), per la pubblicazione del Catéchisme de l'Église catholique (del quale nel 1997 è stata poi pubblicata l'editio typica latina, con correzioni e miglioramenti rispetto all'originale francese), riconosciuto come "uno strumento valido e legittimo al servizio della comunione ecclesiale e come una norma sicura per l'insegnamento della fede"; Universi dominici gregis (22 febbraio 1996), con la quale è stato riformato il conclave; questo deve riunirsi all'interno del territorio vaticano al massimo entro venti giorni dalla morte del papa, e a esso possono prendere parte i cardinali (in numero massimo di centoventi) che non abbiano compiuto ottant'anni prima del giorno in cui si è resa vacante la sede apostolica; l'elezione deve avvenire solo attraverso lo scrutinio segreto e per l'elezione del papa sono richiesti i due terzi dei voti.
bibliografia
Acta Apostolicae Sedis, 1991-1999; Insegnamenti di Giovanni Paolo ii, voll. 12-19, Città del Vaticano 1991-99; Enchiridion Vaticanum, voll. 13-15, Bologna 1995-99.