Ammiraglio e doge di Venezia (Venezia 1107 circa - Costantinopoli 1205), primo della famiglia. Iniziò la vita politica nel 1172 come ambasciatore di Venezia presso l'imperatore Manuele Comneno, e subito dopo presso Guglielmo II re di Sicilia. Il 21 giugno 1192, ottantacinquenne e cieco, fu assunto al dogato e s'impegnò, primo fra i dogi di Venezia, con la promissione ducale a rispettare alcune consuetudini e ad accettare limiti alla sua autorità. Impiegò i primi anni del suo dogato nelle lotte contro i Pisani, che, con l'aiuto dell'imperatore Enrico VI, minacciavano l'attività commerciale di Venezia, e li costrinse a togliere il blocco che avevano stabilito al Canale d'Otranto. Ma le qualità politiche del D. risaltarono in occasione della 4a Crociata. Non avendo potuto infatti i crociati pagare a Venezia il nolo delle navi, il D. volse la spedizione ai suoi fini, dirigendola prima contro Zara, ribelle a Venezia, e poi contro l'Impero bizantino, che cedette alle forze collegate di Venezia e dei Crociati. Rifiutando l'elezione a imperatore, che avrebbe ottenuto solo che l'avesse voluto, si accontentò del titolo di "signore di una quarta parte e mezza dell'Impero romano". Nell'assestamento del nuovo dominio, il D., sopraffatto dalle fatiche e dall'età, morì, dopo 13 anni di glorioso dogato.