Terzo duca di G. (n. 1550 - m. Blois 1588); figlio di Francesco e di Anna d'Este, dopo la morte del padre (1563) si trovò a capo della sua casa e del partito cattolico: ebbe quindi parte preponderante nelle guerre civili, soprattutto nella terza (1569); avversò poi la politica di conciliazione verso i protestanti e fu uno degli artefici del massacro della notte di S. Bartolomeo (1572), durante il quale assisté di persona all'assassinio dell'ammiraglio di Coligny, da lui ritenuto responsabile della morte del padre. Organizzata (1576) la Santa Unione o Lega Cattolica, fu (1584) proscritto da Enrico III, che ne temeva l'ambizione. In risposta a ciò, egli concluse con la Spagna i trattati di Joinville e di Péronne, appoggiando le pretese al trono del cardinale Carlo di Borbone. Vinti (1587) i Tedeschi venuti in soccorso degli ugonotti, idolatrato dal popolo di Parigi, riuscì (1588) nella journée des barricades a imporre la sua volontà al re Enrico III, facendosi nominare luogotenente generale del regno. Ma, recatosi agli Stati generali di Blois per invito del re, fu da questo fatto assassinare col fratello cardinale Luigi. Era detto Balafré ("lo Sfregiato") per una ferita al viso riportata nel 1575.