ROCCA, Enrico
Giornalista e scrittore, nato a Gorizia il 10 gennaio 1895, morto suicida in Roma il 20 luglio 1944. Volontario nella guerra del 1915-18, fu tra i primi ad aderire al fascismo credendo nelle sue iniziali tendenze repubblicane e sociali, ma fu anche tra i primi a staccarsene spiritualmente, non appena vide che ben altrimenti si configurava la realtà politica; ed ebbe così inizio quel suo intimo dramma che doveva culminare con le discriminazioni razziali onde fu colpito, e del quale ha lasciato testimonianza in un Diario degli anni bui, noto finora solo parzialmente (cfr. Nuova Antologia, aprile 1946). Redattore del Lavoro fascista, e collaboratore di altri giornali e di numerose riviste, si occupò di critica letteraria e soprattutto drammatica, ricercando nel fatto artistico, ansioso come era di una verità e di una certezza, i valori etici oltre che estetici; e fu tra i primi ad avvertire i problemi posti dalla radio come nuovo mezzo di espressione (Panorama dell'arte radiofonica, Milano 1938). Caduto il fascismo, diresse durante i quarantacinque giorni il quotidiano Il lavoro italiano di Roma; dopo l'armistizio, passate le linee, raggiunse Napoli, dove tenne un commento politico quotidiano alla radio antifascista.
Studioso della letteratura germanica, diede ottime traduzioni, fra l'altro, da Heine e da S. Zweig (che fu suo amico), e scrisse una Storia della letteratura tedesca dal 1933 al 1823 (post. Firenze 1950). Pubblicò anche un libro di guerra, Sei mesi di sole (Roma 1921), e un altro di viaggi, Avventura sudamericana (Milano 1926).
Bibl.: E. De Michelis, in La Tribuna del popolo, 28 luglio 1946, e in La Fiera letteraria, 18 giugno 1950; A. Spaini, in Il Giornale, 19 aprile 1950; S. Spaniol, in Giornale di Trieste, 21 nov. 1950.