epitelioma spinocellulare
Neoplasia maligna costituita da cellule e clonalità di tipo spinocellulare cheratinizzanti con insorgenza cutanea o mucosa. Il carcinoma spinocellulare, infatti, a differenza del carcinoma basocellulare, può insorgere anche sulle mucose. È così chiamato perché caratterizzato dalla anomala proliferazione di cellule neoplastiche la cui morfologia richiama quella dello strato spinoso dell’epidermide. Nella maggior parte dei casi insorge su lesioni precancerose e raramente può insorgere su cute sana. È ;localmente infiltrante e rapidamente destruente, capace di dare metastasi per via linfatica e per via ematica. Il carcinoma spinocellulare è la seconda neoplasia cutanea per frequenza e rappresenta il 20÷25% di tutte le neoplasie maligne cutanee. Insorge prevalentemente in soggetti maschi (80%), in età adulta, con la massima incidenza tra la V e VII decade di vita. Le sedi più frequentemente colpite sono quelle maggiormente esposte alle radiazioni solari che costituiscono infatti uno dei principali fattori di rischio. Tra gli altri fattori ricordiamo: (a) agenti chimici: in particolare, la paraffina, gli olii minerali e il catrame; (b) radiazioni: per es., in soggetti esposti a radioterapia per patologia oncologica; (c) fattori individuali: come albinismo, fototipo, uso di tabacco; (d) patologie cutanee preesistenti: ulcere croniche, fistole cutanee, cicatrici e così via. Il carcinoma spinocellulare si può manifestare sotto forma: (a) nodulo-ulcerativa (colpisce mucose, semimucose e cute): la lesione assume una forma emisferica, nodulare, con una vasta base di impianto, che risulta dura e infiltrata. Va incontro a ulcerazione centrale, assumendo un aspetto crateriforme, con raccolta di cheratina e a fondo necrotico o emorragico; (b) vegetante o papillomatoso (colpisce semimucose e cute): insorge spesso su cicatrici distrofiche (da ustione o radiodermite o da lupus vulgaris) e si presenta sotto forma di nodulo esofitico, aderendo però ai piani circostanti e in profondità; (c) infiltrante: si presenta sotto forma di una piccola placca eritemato-desquamativa, a margini sfumati, con base di impianto infiltrante, indolente. Evolve verso l’ulcerazione e i margini divengono eversi e irregolari e il fondo crostoso o necrotico. Esistono diverse varianti cliniche: (a) del labbro: si presenta con una papula ipercheratosica, con caratteri di fissità sui piani sottostanti, a livello della zona di passaggio tra cute e mucosa del labbro inferiore; (b) plantare: detto anche carcinoma cunicolato, per il tipico aspetto istologico a ‘tana di coniglio’, ricorda nelle fasi iniziali una verruca plantare a lenta crescita che si accresce fino a formare una massa vegetante a cavolfiore, di consistenza molle e odore sgradevole, che si espande infiltrando i tessuti fino all’osso; (c) del cavo orale: clinicamente si presenta in maniera subdola con lesioni papulose, a superficie liscia granulosa, che nel giro di breve tempo evolvono rapidamente in lesioni nodulari, ben adese al tessuto sottostante e tendenti all’ulcerazione. Insorge più frequentemente nei soggetti esposti cronicamente al fumo di tabacco e a sostanze alcoliche.