ERACLEA d'Italia (XIV, p. 174)
In seguito al proseguimento degli scavi condotti sulla collina e nei dintorni di essa sono apparsi nuovi dati collegati alla vita di Siris ed Heraclea. Ai piedi della punta SO della collina è stata rinvenuta una necropoli greco-indigena ad enchytrismos e a ustrinum databile nella prima metà del 7° secolo a. Cristo. Mentre, finora, era evidente la semplice presenza indigena sulla collina, questa volta si è potuta constatare la convivenza pacifica, nella stessa area della Siritide, dei due elementi. Sempre alla fase arcaica appartengono diversi documenti di ceramica del 7° e 6° secolo rinvenuti in tombe e nelle vicinanze delle fornaci arcaiche scoperte sotto lo strato dell'abitato ortogonale di Heraclea, abitato che si presenta diverso nelle due aree dello scavo condotto finora sulla collina. Alla sistemazione arcaica appartiene, a quanto risulta finora, il santuario, con l'area sacra di Demetra e Kore, con un tempio arcaico e un piccolo sacello, ancora di difficile attribuzione, sul lato meridionale della collina.
L'impianto ortogonale di Heraclea messo in luce sulla collina in due zone ben distinte della colonia presenta una differenza notevole: mentre nella parte centrale esso è caratterizzato da una plateia e da stenopoi esistenti soltanto sul lato meridionale, nella parte occidentale la plateia divide quartieri che si dispongono su tutti e due i lati di questa. Da notare che gli stenopoi non si prolungano regolarmente sui due lati della plateia ma si sviluppano alternativamente. Mentre al centro della collina l'impianto urbano è databile sul finire del 5° secolo, quello occidentale può essere databile nel 3°-2° secolo a. Cristo. Un'altra differenza tra le due aree scavate consiste nel fatto che quella centrale può essere considerata un vero kerameikos mentre nella parte occidentale le fornaci sono molto più rare. Gli stessi quartieri occidentali diventano, in età imperiale, sede di una necropoli che occupa la parte settentrionale degli stenopoi. La stessa zona occidentale ha rivelato anche qualche sepoltura del 7° secolo a. C. con vasi d'imitazione ionica, e qualche fornace arcaica che produce vasi d'imitazione corinzia e specialmente d'ispirazione insulare e micrasiatica.
Sul finire del 7° secolo a. C., la produzione vascolare collegata alla vita di Siris invade gli abitati disposti sulle vallate dei fiumi Sinni e Agri. La stessa produzione vascolare e plastica fittile continua a Heraclea anche per tutto il periodo ellenistico ed ellenistico-romano, come si è potuto constatare nel quartiere del kerameikos. La migliore documentazione di questa ininterrotta produzione locale è stata fornita dagli ex voto delle stipi votive e dai corredi tombali. Dal 4° secolo a. C., questa produzione, specialmente quella plastica, è strettamente collegata ai modelli tarantini dato che Taranto ha avuto il maggior peso nello sviluppo di Heraclea.
Con la fine del 3° secolo d. Cristo la vita della città e, quindi, anche delle officine cessa quasi completamente; ciò che rimane della popolazione si raduna intorno alla punta orientale dove si sta formando il futuro centro altomedievale e medievale di Polychorium.
Vedi tav. f. t.
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