Pittore (Ferrara 1450 circa - ivi 1496). Fu ritenuto già dai contemporanei uno fra i più importanti artisti dell'epoca. Pittore di corte degli Estensi dal 1486, R. innovò lo stile dei maestri ferraresi F. Del Cossa e C. Tura, attraverso le suggestioni cromatiche della pittura veneziana, pur mantenendo quella intensità drammatica e quella minuzia esecutiva che rimarranno cifre peculiari del suo stile.
Lavorò a Ferrara con F. Del Cossa (negli affreschi di palazzo Schifanoia, 1469-70, sono individuati i suoi esordi, con la discussa attribuzione del mese di Settembre), che seguì anche a Bologna (1470). Databile al 1473 è la predella (Pinacoteca Vaticana) del polittico Griffoni per S. Petronio a Bologna, opera di F. Del Cossa terminata da R., al quale sono attribuiti anche i santi dei pilastrini laterali (conservati in varie sedi) e i tondi con l'Angelo e la Vergine annunciata (Gazzada, fondazione Cagnola). A Ferrara eseguì inoltre la Madonna in trono e quattro santi per la chiesa di S. Lazzaro (1475 circa, già a Berlino, Kaiser Friedrich Museum, distrutta nel 1945) e a Bologna terminò la decorazione ad affresco della cappella Garganelli in S. Pietro, lasciata incompiuta da Del Cossa, morto tra il 1477 e il 1478. Tali affreschi, staccati nei primi anni del sec. 16º, furono conservati in palazzo Tanari, ma andarono in gran parte distrutti. Ne resta solo un frammento con la testa della Maddalena (Bologna, Pinacoteca Nazionale), ma la composizione è nota grazie a copie antiche (Louvre; Sarasota, John and Mable Ringling Museum) e a due disegni preparatori (Berlino, Kupferstich Kabinett; Monaco, Staatliche Graphische Sammlung). Dal 1479 aprì una bottega a Ferrara, in società con il fratello Polidoro. All'inizio della sua attività R. appare vicino a Cosmè Tura, per la tagliente e quasi geometrizzante linea di contorno e per l'espressività caricata delle figure; in seguito è più evidente l'influenza di Del Cossa e la conoscenza dei Veneziani, per la dignità e complessità compositiva e per la ricchezza cromatica. Tali caratteri sono evidenti nella pala di S. Maria in Porto (1481, Brera), dal classico schema compositivo, strutturalmente vicino a quello delle pale venete e in partic. all'opera di G. Bellini e Antonello da Messina, in cui R. inserisce brani di straordinaria invenzione come l'inserto paesaggistico o i finti rilievi della decorazione architettonica e del basamento del trono della Vergine. Dal 1486 è regolarmente documentato a Ferrara come pittore di corte; stimatissimo, realizzò grandi imprese, perdute, per gli Estensi (decorazioni nel palazzo di Belriguardo, 1493). In questo periodo fu a Venezia (1489), a Mantova (1490) e a Roma con Alfonso d'Este (1492). A documentare l'attività tarda rimangono opere di committenza privata, come la Madonna con Bambino a Ferrara, Pinacoteca Nazionale; la Raccolta della manna, l'Ultima cena e il dittico con l'Adorazione dei pastori e il Cristo morto a Londra, National Gallery; il dittico con i ritratti di Giovanni II e Ginevra Bentivoglio a Washington, National Gallery.