eritropoietina
Glicoproteina che può essere definita come un fattore di crescita emopoietico a meccanismo ormonale, che regola la proliferazione, la differenziazione e la maturazione dei precursori eritroidi del midollo osseo in relazione al fabbisogno di ossigeno. È un mediatore tra il recettore presente a livello renale e i tessuti deputati all’eritropoiesi. Agisce sui recettori ad alta e bassa affinità che sono presenti sulla membrana dei progenitori eritroidi, stimolandoli alla differenziazione in eritrociti maturi, che invece non posseggono il recettore e quindi non vengono influenzati. Le azioni dell’eritropoietina sono quelle di reclutare i progenitori immaturi e di orientarli verso la maturazione eritroide, di garantire la sopravvivenza di questi evitandone la morte programmata (apoptosi) e di stimolare la differenziazione in eritrociti maturi. La produzione di eritropoietina viene stimolata a livello delle cellule renali peritubulari e in minore misura dal fegato, da una condizione di ridotta pressione parziale di ossigeno nel sangue (ipossia), come in caso di anemia, difetti di ventilazione respiratoria e di perfusione, riduzione del flusso ematico o diminuzione della tensione di ossigeno nell’ambiente. L’ipossia stimola la produzione in breve tempo del fattore di crescita, con rapida comparsa di un picco plasmatico. La sintesi di eritropoietina può essere sottoposta anche a inibizione non fisiologica, come per es. in condizioni di deficit della funzione renale, durante infiammazioni, infezioni o tumori, in cui vi è una ridotta risposta all’ipossia tessutale. Una volta legata al recettore, l’eritropoietina viene internalizzata nel citoplasma e distrutta dalla stessa cellula bersaglio. Il dosaggio sierico dell’eritropoietina endogena viene espresso in unità internazionali. L’eritropoietina viene utilizzata per diversi scopi: (a) cura dell’anemia in pazienti dializzati e/o neuropatici; (b) cura dell’anemia in pazienti affetti da patologie tumorali o post-chemioterapia; (c) per procedure di autotrasfusione e predeposito di globuli rossi per interventi chirurgici. I possibili effetti collaterali da trattamento con eritropoietina sono: (a) l’aumentato rischio di sviluppare fenomeni trombo-embolici, indipendentemente dal valore dell’ematocrito raggiunto, per possibile inibizione dei fattori della coagulazione o per aumento dell’ematocrito per emoconcentrazione; (b) possibile aumento delle resistenze vascolari a livello cerebrale con invecchiamento precoce di tali strutture; (c) ipertensione; (d) raramente convulsioni.
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