CERULLI, Ernesta
Etnologa, nata a Teramo il 19 maggio 1927 e ivi morta il 16 luglio 2013. Pioniera degli studi di americanistica precolombiana e contemporanea in Italia, cultrice delle arti dei popoli extraeuropei, a 40 anni è diventata uno dei primi professori ordinari di etnologia in un periodo in cui le donne nel mondo accademico non costituivano una presenza numerosa.
Nata in una storica famiglia di notabili teramani, trascorse un periodo dell’infanzia a Napoli e frequentò le scuole superiori a Firenze. Nel 1944 si iscrisse alla facoltà di Lettere dell’Università di Roma, laureandosi nel 1948 in etnologia con Carlo Alberto Blanc. Nello stesso anno si iscrisse alla Scuola di perfezionamento in Scienze etnologiche, che non terminò, in quanto venne chiamata da Raffaele Pettazzoni, ordinario di storia delle religioni, di cui era stata allieva nel corso di laurea, a ricoprire il ruolo di assistente volontaria, che svolse fino al 1952, per andare a occupare, in accordo con lo stesso Pettazzoni, lo stesso ruolo presso l’insegnamento di etnologia, tenuto allora per incarico da Vinigi Lorenzo Grottanelli, subentrato a Blanc. Dal 1963 insegnò arte dei popoli primitivi presso la Scuola di perfezionamento in Scienze etnologiche dell’Università di Roma, lavorò all’Enciclopedia universale dell’arte e, dal 1964 al 1978, fu ispettrice presso il Museo nazionale preistorico-etnografico Luigi Pigorini di Roma. Nel 1965 diventò libero docente in etnologia e, nel 1968, assieme a Grottanelli e a Vittorio Lanternari, risultò vincitrice del primo concorso a cattedra per etnologia e fu chiamata presso la facoltà di Lettere e filosofia dell’Università di Genova, dove all’inizio, nelle more dell’andata a riposo di don Pietro Scotti, tenne gli insegnamenti di geografia ed etnografia dell’Africa e storia e civiltà precolombiane dell’America. Nel 1969 lasciò l’insegnamento di storia e civiltà precolombiane e fu incaricata per un anno del corso di etnologia, che poi occupò da professore ordinario dal 1970. Nel 1971 lasciò l’insegnamento di geografia ed etnografia dell’Africa e, successivamente, ottenne lo sdoppiamento del corso di etnologia; quest’ultimo insegnamento fu allora coperto da Vittorio Maconi, mentre C. ottenne per la sua cattedra la nuova titolazione di religioni dei popoli primitivi, insegnamento che senza dubbio prediligeva e che occupò fino al suo pensionamento. Nel 1972 fu presidente del XL Congresso internazionale degli americanisti, svoltosi a Roma, con chiusura a Genova, in occasione dell’inaugurazione del Museo etnografico di Castello D’Albertis, da lei supervisionato. Sempre a lei si deve il coordinamento della schedatura degli oggetti etnografici dei Musei civici di Torino, esposti per la prima volta al pubblico nel 1978 a Palazzo Madama. Nel 2006 ricevette il premio Paliotto d’oro e, nel 2007, fu insignita del titolo di Ufficiale al Merito della Repubblica Italiana. Effettuò numerose ricerche sul campo in America Latina (Perù, missione archeologica a Cajamarquilla), in Africa occidentale (Ghana e Costa d’Avorio), negli Stati Uniti (Alaska) e in Canada (area del Nord-Ovest), oltre che in Brasile e in Kenya.
Ha collaborato con l’Istituto della Enciclopedia Italiana, il Dizionario Enciclopedico UTET, con varie collane della De Agostini, oltre che alle opere Razze e popoli della Terra (a cura di R. Biasutti, 19674) ed Ethnologica: l’uomo e la civiltà (a cura di V.L. Grottanelli, 1963). Ha pubblicato oltre un centinaio di articoli scientifici e varie opere tra le quali: Peoples of South-West Ethiopia and its borderland (1956), Nel paese dei Bantu (1961), La setta dei water carriers (1963), Oggetto e metodo dell’etnologia (1970), Il ciclo della vita individuale fra i popoli di interesse etnologico (1970),Ma il re divino viaggiava da solo? (1979), Vestirsi spogliarsi travestirsi (1981). Nel 1998 le è stato dedicato il volume collettaneo Tradizione e sincretismo. Saggi in onore di Ernesta Cerulli, a cura di V. Cottini Petrucci e M. Curatola.