Filosofo (Ludwigshafen 1885 - Tubinga 1977). Comunista, durante il nazismo dovette emigrare, prima in varie nazioni europee, poi negli Stati Uniti. Nel 1949, con la fondazione della Repubblica Democratica Tedesca, fu chiamato a insegnare filosofia all'università di Lipsia, ma, già in urto con gli esponenti ufficiali del materialismo dialettico, dopo i fatti di Ungheria del 1956 si trasferì nella Repubblica Federale di Germania dove ha tenuto per lungo tempo cicli di lezioni nell'università di Tubinga. Riallacciandosi ai motivi umanistici del primo Marx ed evidenziando le componenti messianiche del marxismo, B. pone al centro del pensiero rivoluzionario il "principio della speranza" come rifiuto di ogni dialettica limitata alla semplice analisi delle condizioni storiche e come accentuazione della funzione liberatrice dell'utopia, del "non ancora". Uno degli aspetti più caratteristici della posizione di B. è poi quello di collegare saldamente l'utopia alle potenzialità della natura e della materia, quali si rivelano a chi non le consideri con semplici schemi meccanicistici, ma come termini di un processo dialettico che, attraverso la storia, può dar luogo alla trasformazione del mondo in effettiva "patria dell'uomo". Scritti principali: Geist der Utopie (1918, nuova ed. 1964), Subjekt-Objekt. Erläuterungen zu Hegel (1949, nuova ed. 1962, trad. it. 1975), Das Prinzip Offnung (3 voll., 1954-59; nuova ed., 2 voll., 1959), Atheismus im Christentum (1968; trad. it. 1971), Ueber Karl Marx (1968, trad. it. 1972), Experimentum mundi (1975).