ESAU (ebr. \arabo\ i Settanta: '‛Ησαῦ)
Figlio d'Isacco e Rebecca, e gemello di Giacobbe. La Bibbia narra (Genesi, XXV, 22 segg.) di una specie di antagonismo fra i due fratelli, cominciato fin dal seno materno: il primogenito, Esaù ("irsuto"), nacque rosso e villoso, atto alla vita campestre e venatoria; Giacobbe era invece d'indole mite e domestica. Un giorno, reduce dai campi stanco e affamato, E. trova il fratello che mangia un piatto di lenticchie e gli chiede questa "pietanza rossa", origine del nome di Edom "rosso", che tuttavia è dato nella Bibbia quasi solo ai suoi discendenti Giacobbe, al quale un vaticinio assicurava la supremazia, dice al fratello: "vendimi la tua primogenitura". Questa includeva la somma dei diritti ereditarî materiali, spirituali e gerarchici che costituivano la tradizione patriarcale. E. risponde: "Io muoio di fame, e che m'importa della primogenitura?". E giurato che ebbe, "mangiò e bevve e se ne andò". Si comprende pertanto la cattiva fama di E., chiamato "profano" o "sacrilego" (βέβηλος; Ebrei, XI, 12), assunto da S. Paolo a tipo della reiezione d'Israele (Romani, IX, 7-16; Galati, VI, 16) e malvisto anche dalla tradizione rabbinica e talmudica. E. sposò a quarant'anni due donne etee (hittite), Giuditta e Basemat (Gen., XXVI, 34), contro la tradizione patriarcale, con grande afflizione d'Isacco e Rebecca; più tardi, per compiacerli e forse anche per emulare nelle loro grazie il fratello (Gen., XXVIII, 6-9), prese come terza moglie una figlia d'Ismaele, Maheleth. Defraudato una seconda volta della benedizione solenne di primogenito per la nota astuzia di Rebecca e Giacobbe (Gen., XXVII, 5-46), E. giura di attendere solo la morte del padre per uccidere Giacobbe che emigra presso suo zio Labano, mentre E. estende i suoi possessi verso il mezzogiorno, nel paese di Seir; ma al ritorno di Giacobbe i due fratelli si riconciliano (Gen., XXXII, 3 segg.). Si ritrovano ancora una volta uniti intorno al sepolcro del padre (Gen., XXXV, 9), indi E. lascia Canaan per sempre (Gen., XXXVI, 6) stabilendosi nella terra di Seir che diviene da allora il paese di Edom (v. idumea).
Dalla critica moderna la figura di E. è stata interpretata variamente, a seconda dei principî generali applicati alla disamina della storia dei patriarchi. Alcuni pochi l'hanno riavvicinato al leggendario Usoos di cui parla Filone di Biblos (in Eusebio, Praep. evang., I, 10,7); altri lo ritengono l'eroe eponimico di tribù vaganti al sud della Palestina e dedite soprattutto alla caccia.