Escher
Escher Maurits Cornelis (Leeuwarden 1898 - Laren 1972) disegnatore e incisore olandese. Diplomatosi alla Scuola di architettura e arti decorative di Haarlem, si dedicò successivamente alla grafica. Nel 1922 viaggiò in Italia e in Spagna dove, a Granada, rimase colpito dalle decorazioni moresche dell’Alhambra (in seguito studierà quelle della moschea di Cordova). Dal 1924 al 1935 visse in Italia, prevalentemente a Roma, che tuttavia abbandonò nel 1935, anche perché insofferente del clima politico, per trasferirsi in Svizzera. Fino alla metà degli anni Trenta la sua produzione grafica è all’insegna della figurazione ed è ispirata a paesaggi e a città italiane. In seguito, influenzato da studi di topologia e di cristallografia, si orienta verso «immagini mentali», rappresentazioni insolite e bizzarre, soluzioni fantastiche e visionarie dietro le quali tuttavia si individuano componenti matematiche e logiche che hanno fatto sì che la sua originale estetica gli procurasse notorietà ed estimatori anche in campo scientifico. Le sue opere restituiscono infatti in forma visiva e artistica concetti astratti di matematica e questioni che all’epoca erano al centro della riflessione teorica: la ricorsività, i paradossi dell’autoreferenzialità, l’infinito. Molti lavori si ispirano ai principi della simmetria e della tassellazione del piano (ossia la divisione o il riempimento regolare delle superfici piane) ricorrendo a forme geometriche elementari iterate in serie contigue o a figure umane o zoomorfe che, grazie a effetti optical di sfondo e primo piano e a contorni ambivalenti, trapassano le une nelle altre in surreali metamorfosi (Metamorfosi I, 1937; Cielo e acqua, 1938; Liberazione, 1958). Suggestivi i richiami alla “geometria dell’impossibile” nei lavori che rappresentano prospettive illusorie o strutture tridimensionali (alla Penrose) tanto rigorose dal punto di vista costruttivo quanto incongruenti dal punto di vista logico (Belvedere, 1958; Salita e discesa, 1960; Cascata, 1961). Altri temi che ricorrono nell’opera di Escher sono gli anelli spaziali e le spirali (che richiamano il nastro di Möbius, per es. Mani che disegnano, 1948; Vortici, 1957; Striscia di Möbius II, 1963), le riflessioni nello specchio (Pozzanghera, 1952), i poliedri (Stelle, 1948), la relatività e i paradossi della percezione (ossia la molteplicità di punti di vista nella prospettiva, come in Su è giù, 1947, e Relatività, 1953), la similitudine e l’autosomiglianza, ossia l’invarianza della forma pur nella mutazione delle grandezze che è caratteristica della geometria frattale (Sempre più piccolo, 1956; Limite del quadrato, 1964), l’ambiguità del concavo e del convesso (Concavo e convesso, 1955), la geometria iperbolica (Limite del cerchio IV, 1960).