Eschimesi
Le popolazioni del Mar Glaciale Artico
Gli Eschimesi sono gli abitanti delle zone artiche; il nome indigeno è Inuit, che significa "uomini". Il temine eschimese è un dispregiativo che proviene dai Pellirosse delle zone meridionali e che significa "mangiatori di carne cruda". Oggi gli Inuit sono inseriti in due Stati nazionali ‒ Alaska e Canada ‒, ma rimangono molto attaccati alle loro tradizioni
Gli Eschimesi, o meglio gli Inuit, come essi stessi si definiscono, emigrarono dall'Asia settentrionale nell'America attraverso lo Stretto di Bering circa 10.000 anni fa. Sono suddivisi in vari gruppi, contraddistinti da particolarità nella lingua e nella cultura. La loro vita economica si basa sulla caccia e sulla pesca. L'unità sociale di base degli Inuit è la famiglia nucleare: marito, moglie e figli. Nei periodi delle cacce collettive e delle migrazioni si costituiscono più vasti raggruppamenti comunitari, che poi si sciolgono in gruppi familiari più piccoli, autonomi e liberi.
Gli Inuit sanno sfruttare in modo molto ingegnoso le risorse dell'ambiente artico, ostile e pericoloso, e usano attrezzi in osso, pelle, corno e avorio. Addomesticano i cani per le slitte, e quando il mare è libero dai ghiacci usano una barca di pelle nota come Kayak, pratica e veloce. Il loro abbigliamento tradizionale è interamente di pelli e pellicce che le donne confezionano in casa, masticando le pelli di caribù e di foca fino a renderle morbidissime. Gli uomini indossano un giubbone con il cappuccio, con guanti attaccati , pantaloni, calzettoni e stivali. L'abito delle donne è simile, con il cappuccio più ampio che deve ospitare il bambino lattante. Hanno occhiali da sole per il riverbero, fatti con due asticciole di osso o di legno legati con tendini o con strisce di intestino animale seccato.
L'iglù ‒ la casa di neve ‒ è un'invenzione degli Eschimesi della zona centrale artica: ha la forma di una cupola sferica a pianta perfettamente circolare, fatta con blocchi di neve sovrapposti disposti a forma di una spirale che diviene sempre più stretta fino a chiudersi del tutto. Il basso corridoio di accesso è pure in neve, nella parete è praticata una finestra chiusa con una sottile lastra di ghiaccio mentre un piccolo foro è lasciato nella volta per la ventilazione. Un piccolo iglù può essere fabbricato in due ore da due persone esperte, una delle quali lavora all'esterno e l'altra all'interno; le capanne invernali però sono assai complesse con più vani disposti in cerchio che possono raggiungere fino a quattro metri di altezza e cinque di diametro. L'interno è foderato con pellicce di renna, mentre i letti sono una sorta di 'sacchi a pelo' di pelliccia d'orso. La luce e il fuoco si ottengono bruciando grasso animale.
Oggi la penetrazione canadese e statunitense ha imposto la costruzione di villaggi stabili, ma gli Inuit colti da una tempesta di neve riescono a sopravvivere grazie alla loro capacità di costruire questi ingegnosi ripari.
Malgrado il nome di "mangiatori di carne cruda", gli Inuit amano cuocere la carne e il pesce: solo dopo una battuta di caccia e pesca essi divorano il pesce crudo e il fegato della preda perché questi sono i loro riti. Si spostano durante i mesi estivi, e si dimostrano coraggiosi viaggiatori per mare e per terra: conoscono alla perfezione il loro habitat e sanno orientarsi con sicurezza.
Gli Eschimesi credono che gli animali si lascino catturare se venerati e non offesi: prima della caccia essi praticano molti riti propiziatori. Numerose e giocose sono le feste collettive, contrassegnate da canti, danze mascherate, grandi cene, gare poetiche e oratorie, sempre dedicate alle diverse potenze divine ‒ come Sedna, la dea dei mammiferi marini ‒ e agli spiriti delle meteore. Molto temuto è il dio della Luna che si ritiene sorvegli gli uomini e li punisca per le cattive azioni. La festa è considerata un rito per il rinnovamento del mondo, per la fertilità degli uomini e degli animali. I riti sono officiati dallo sciamano, detto angkok, che ha un notevole potere e giudica anche i reati comuni.
L'introduzione di nuovi strumenti e di nuove attività ha cambiato le abitudini dei popoli artici, ma ‒ quando possono ‒ gli Inuit si mantengono fedeli agli stili di vita e agli utensili tradizionali, che in molti casi si dimostrano più efficienti e funzionali di quelli di nuova acquisizione.