Traduzione del titolo aramaico Rēsh gālūtā (ebr. Rōsh Gōlāh o Rōsh Gālūt) che significa «capo dell’esilio», dato al capo supremo degli Ebrei rimasti in Babilonia dopo l’esilio. La carica è attestata almeno dalla metà del 2° sec. d.C., ma ha certamente origini precedenti. Rappresentante degli Ebrei presso il governo del paese e insieme loro giudice supremo, l’e., di cui la tradizione affermava la discendenza davidica, aveva il diritto di nominare i giudici locali e di esigere tasse per il mantenimento della propria corte sfarzosa.
L’ esilarcato trasse vantaggio dalla conquista araba, quando l’autorità dell’e. si estese agli Ebrei di tutti i paesi sottoposti al califfo. Si continuano ad avere notizie di e. fino al 14° secolo.