Poeta iraniano (n. Damghān 1925 - m. 1982), noto anche con lo pseudonimo di Āyande ("Avvenire"). Annoverato tra i rappresentanti della Shi῾r-i nau ("poesia nuova"), è stato il portavoce degli ideali sociali dell'élite progressista iraniana degli anni Settanta. L'autore, pur facendo ricorso a un discorso metaforico, lascia comunque trasparire la speranza di una società che si possa evolvere secondo modelli socialisti, come in Ākharin nabard ("L'ultimo combattimento", 1951). Tra le sue raccolte poetiche: Bargozīde-ye shi῾rhā-ye Āyande ("Scelta di poesie di Ayande", 1969); Har suy-rāh, rāh, rāh ("Da tutte le parti, una strada, una strada, una strada", 1971). Alcuni suoi racconti in prosa sono stati raccolti in Chand kīlūmetr wa nīmī az wāqe῾iyat ("Qualche chilometro e mezzo dalla realtà", 1971).