Estonia
Geografia umana ed economica
di Anna Bordoni
Stato dell'Europa settentrionale. La popolazione registrata dal censimento del 2000 ammontava a 1.370.052 abitanti, mentre a una stima del 2005 era scesa a 1.330.000. I mutamenti politici, economici e sociali del Paese hanno influito notevolmente sulla sua dinamica demografica. L'effetto combinato della diminuzione delle nascite e l'aumento dell'emigrazione hanno determinato un impoverimento demografico che, nel periodo 2002-2005, si è attestato sullo 0,6% annuo.
All'indomani dell'indipendenza (1991), il Paese ha intrapreso un vasto programma di riforme economiche di impronta liberale e ha iniziato un processo di avvicinamento all'Europa occidentale, cercando nel contempo di affermarsi come intermediario tra i Paesi nordici e la Russia. Il 1° maggio 2004, a coronamento del passaggio da un'economia pianificata a una di mercato, l'E. è entrata a far parte dell'Unione Europea. In questo processo si sono però approfondite le ineguaglianze tra la capitale, Tallinn, e il resto del Paese, e il livello di vita delle classi di età più avanzata è fortemente peggiorato. Il Nord-Est, antica regione industriale, ha attraversato una profonda crisi legata alla chiusura delle industrie, che ha portato a un tasso di disoccupazione superiore al 10%. Le privatizzazioni, iniziate in ritardo (fine 1993), nei primi anni del 21° sec. sono state quasi del tutto completate e allo Stato rimangono partecipazioni minoritarie solo nelle telecomunicazioni, nei trasporti e nel comparto energetico. Per quanto riguarda il settore primario, la produzione di legname e l'allevamento mantengono un peso considerevole. Le attività industriali più sviluppate concernono i comparti alimentare, meccanico e chimico; in crescita la produzione dei componenti per telefonia e telematica. Secondo i dati forniti da Eurostat (2004), l'E. è risultata, tra i dieci Paesi ammessi nello stesso anno nell'Unione Europea, quello con la maggiore percentuale (50%) di popolazione che utilizza Internet (media europea 47%).
Storia
di Paola Salvatori
Divenuto indipendente nel 1991, dopo il crollo del regime sovietico, il Paese continuò nei primi anni del 21° sec. a essere caratterizzato da un'accentuata instabilità politica, con cambiamenti nella composizione di governo e crisi periodiche, senza che questo comportasse però significativi mutamenti nelle scelte di fondo, indirizzate a mantenere l'E. saldamente ancorata al blocco europeo. Il governo di centrodestra guidato da M. Laar - formatosi dopo le elezioni politiche del 1999 e composto dal Partito nazionale della patria, dai Moderati e dal Partito della riforma - entrò in crisi sul finire del 2001 sulla controversa questione della nazionalizzazione delle ferrovie. Alle dimissioni di Laar, nel gennaio 2002, seguì la formazione di un gabinetto di coalizione ad interim, formato dal Partito della riforma e dal principale partito di opposizione, il Partito estone di centro. Il nuovo esecutivo, guidato dal moderato S. Kallas del Partito della riforma, si assunse il compito di dare stabilità al Paese fino alle nuove elezioni legislative, per non compromettere gli sforzi volti a garantire l'ingresso nell'Unione Europea. Svoltesi nel marzo 2003, le consultazioni politiche segnarono l'inaspettato successo del nuovo partito di destra Unione per la repubblica Res Publica, il cui leader, J. Parts, formò un governo tripartito cui aderirono il Partito della riforma e l'Unione del popolo estone. Il nuovo esecutivo pose tra le sue priorità la lotta alla corruzione, la modernizzazione delle infrastrutture, la riduzione delle tasse e la prosecuzione della liberalizzazione del mercato interno. Dopo aver garantito l'ingresso dell'E. nell'UE (maggio 2004), la coalizione di maggioranza cominciò tuttavia a mostrare nuovi segnali di crisi, dividendosi sui temi della giustizia e del fisco. Nel marzo 2005 il Partito della riforma e l'Unione del popolo estone decisero di uscire dalla coalizione e formarono insieme al Partito centrista estone un nuovo esecutivo guidato da A. Ansip, esponente del Partito della riforma. Il nuovo governo proseguì le privatizzazioni, ma pose tra le sue priorità anche il rafforzamento del welfare.
In politica estera l'E. mantenne in questi anni la sua politica volta all'integrazione nelle strutture economiche e militari occidentali, e nel marzo 2004 il Paese sancì ufficialmente il suo ingresso nella NATO. I rapporti con la Russia rimasero invece alquanto controversi nonostante il proseguimento dei negoziati per la fissazione delle frontiere. L'accordo raggiunto nella primavera del 2005 fu controbilanciato dai nuovi attriti sorti in seguito al rifiuto delle massime autorità estoni di partecipare alle celebrazioni svoltesi a Mosca in occasione del sessantesimo anniversario della vittoria sovietica sul nazismo (maggio 2005).