Bronzo, Età del
Il grande sviluppo della metallurgia
Età del Bronzo è il nome dato, nel 1836, dall'archeologo danese Christian J. Thomsen a uno dei tre periodi della preistoria europea che egli aveva distinto sulla base dei materiali caratteristici di ciascun periodo (Età della Pietra, Età del Bronzo, Età del Ferro). L'Età del Bronzo è compresa tra il 2300 a.C. e il 950-800 a.C., intervallo di tempo nel quale il processo verso forme economiche e sociali sempre più complesse subì in Europa una forte accelerazione; ciò consentì quel fenomeno, di portata storica fondamentale, che è la nascita delle città, avvenuto nel millennio successivo.
Un tratto molto importante dell'Età del Bronzo europea fu la maggiore capacità degli uomini di incidere sull'ambiente. Le risorse agricole e forestali furono sfruttate in maniera più produttiva rispetto al passato, grazie innanzitutto all'utilizzo dell'aratro, di legno, e successivamente di strumenti di bronzo quali le asce, impiegate per abbattere gli alberi, e i falcetti, che consentirono una maggiore efficienza per i raccolti. Questo fenomeno camminò di pari passo con la tendenza a occupare in modo stabile e prolungato gli stessi luoghi, portando così alla nascita di villaggi dotati in taluni casi di opere ‒ in primo luogo le fortificazioni ‒ che richiedevano un importante investimento di tempo ed energie. I resti dei villaggi venuti alla luce mostrano gruppi di capanne agglomerate intorno a spazi centrali, spesso destinati ad attività comunitarie, e separati da strette stradine.
La stabilizzazione dell'insediamento determinò la necessità di modificare il territorio circostante per permettere una migliore utilizzazione delle terre destinate alla coltivazione e al pascolo. La realizzazione di sistemi divisori dei campi per scopi agricoli e pastorali comportò una rilevante modificazione del paesaggio; ne sono rimaste alcune rare testimonianze nelle isole britanniche ma anche in Italia. Nacquero anche le prime vie di comunicazione, note principalmente agli archeologi nella forma di piste che, in Europa centrale e settentrionale, erano realizzate per l'attraversamento di terreni paludosi.
Questa serie di importanti cambiamenti ‒ che si attuarono nel territorio europeo in tempi e modi spesso diversi ‒ fu possibile grazie allo sviluppo di un artigianato, in primo luogo quello della produzione del bronzo, che fornì gli strumenti per molte attività lavorative. Peculiare di questo periodo è la figura dell'artigiano metallurgico che si spostava da un villaggio all'altro portando con sé gli strumenti per la fusione e la lavorazione del bronzo. In un periodo avanzato dell'Età del Bronzo i resti di forni e di strumenti utilizzati per la fusione, presenti talvolta all'interno dei villaggi, indicano che almeno in alcuni centri la produzione di utensili, di ornamenti e di armi era di tale importanza da dover essere esercitata in modo permanente.
I manufatti di bronzo non avevano solo un valore funzionale, ma costituivano anche un elemento che distingueva il rango e il ruolo degli individui, come è possibile capire grazie all'uso di deporre tali oggetti, in alcuni casi molto preziosi ed elaborati, accanto ai defunti. Con l'affermarsi della cremazione, nel corso delle fasi avanzate dell'Età del Bronzo, cambiano le norme rituali e le ceneri dei defunti sono generalmente accompagnate da pochi resti, contorti dal fuoco, degli ornamenti personali. Il nuovo rito rende meno evidenti le disuguaglianze sociali tra individui.
Ma come erano organizzate le comunità della protostoria? A tale difficile domanda, data l'assenza di fonti scritte che caratterizza questo periodo, gli archeologi cercano di rispondere analizzando, insieme ai dati che provengono dalle sepolture e dall'organizzazione delle necropoli, i vari elementi che si possono dedurre dall'analisi delle piante dei villaggi, per esempio, la presenza o meno di abitazioni più grandi delle altre. Il quadro che ne risulta attesta l'esistenza per lungo tempo di comunità essenzialmente legate da vincoli di parentela all'interno delle quali talvolta emerge la presenza di gruppi 'aristocratici'.