• Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X

etica medica

di Gilberto Corbellini - Dizionario di Medicina (2010)
  • Condividi

etica medica

Gilberto Corbellini

Storia dell’etica medica

I principi e i valori che, sin dall’antichità, hanno governato la pratica professionale della medicina (attraverso i giuramenti e i codici deontologici) obbligavano il medico ad agire sempre per il massimo beneficio del paziente, vietando qualsiasi intervento che potesse arrecargli danno o che andasse contro i valori morali prevalenti nella società. Naturalmente, i contesti culturali erano diversi, quindi anche i criteri e i valori. L’etica medica antica metteva l’accento sul carattere e le virtù richieste al medico che esercitava l’arte. Egli doveva avere un certo portamento, che ne definisse il profilo o stile professionale (etichetta), includendo l’essere in buona salute, non sovrappeso, allegro, sereno, riservato ma deciso, ed educato.

Il giuramento di Ippocrate e i codici deontologici

Il cosiddetto giuramento di Ippocrate, le cui prescrizioni nell’antichità vincolavano comunque solo la setta dei medici ippocratici, e i codici professionali dei medici hanno rappresentato sino a metà del 20° sec. gli unici riferimenti etici normativi per il medico: in tal senso le sole garanzie per i pazienti circa la correttezza e la benevolenza del medico erano rappresentate dal controllo esercitato dalla stessa comunità medica attraverso la selezione professionale. I codici deontologici definivano solo regole di comportamento che, tuttavia, sino a quando la medicina non venne in possesso di rimedi e metodi di ricerca davvero efficaci, funzionarono relativamente bene come guide per una condotta moralmente corretta. Dall’11º sec. l’etica medica occidentale adottò i valori morali della religione cattolica, e l’accento si spostò sui doveri e i principi cui un buon medico deve ubbidire, ossia sulla dimensione professionale. Nel Medioevo si fece strada il concetto pragmatico che la pratica della medicina fosse un privilegio che richiedeva formazione e abilità, e che quindi implicasse responsabilità, nonché il principio che il medico dovesse prendersi cura anche dei casi gravi o senza speranza, cosicché l’imperativo di prolungare la vita diventava una responsabilità medica.

L’etica medica e il metodo sperimentale

Nell’età post-illuminista l’etica medica acquisì i temi legati ai rapporti tra medico e società, per includere problemi di giustizia, professionalità e politica sanitaria. Con l’avvento del metodo sperimentale e l’emergere della figura del medico-ricercatore, ossia quando la medicina cominciò a disporre di trattamenti davvero efficaci e di un potente metodo di ricerca in grado di migliorare le conoscenze sulla funzionalità normale e patologica dell’organismo, le regole precedenti si rivelarono inadeguate a evitare la contaminazione ideologica della medicina e a rappresentare le ambizioni dei ricercatori a guadagnarsi un prestigio scientifico attraverso la sperimentazione sull’uomo.

Dal Codice di Norimberga alla Dichiarazione di Helsinki

L’evento traumatico che determinò una svolta nell’etica medica fu la scoperta dei crimini commessi dai medici nei campi di concentramento nazisti. Questi medici giustificavano la loro condotta immorale richiamandosi al dovere del medico di ubbidire, come gli altri cittadini, alle leggi dello Stato e al principio utilitaristico secondo il quale, durante un conflitto, la ricerca deve anteporre gli interessi della società a quelli del singolo. Nel corso del dibattimento processuale contro i medici nazisti emerse che anche al di fuori della Germania erano state condotte sperimentazioni su soggetti umani, contrari a un’etica rispettosa dei diritti fondamentali della persona. Ciò indusse il tribunale di Norimberga, chiamato a giudicare i crimini del nazismo, a includere nella sentenza un decalogo etico per ogni ricerca clinica su soggetti umani. Il Codice di Norimberga (1947) affermava innanzi tutto che il «consenso volontario» era il presupposto «essenziale» per una condotta moralmente accettabile della sperimentazione con soggetti umani. Nel 1948 venne votata dall’Associazione medica mondiale la Dichiarazione di Ginevra, che aggiornava in chiave laica i contenuti del giuramento di Ippocrate e impegnava il medico a non utilizzare, nemmeno «sotto costrizione», le sue conoscenze contro le leggi dell’umanità. Ma nemmeno questi vincoli e impegni solenni bastarono a evitare che maturassero nuovi conflitti tra le istanze della ricerca biomedica e quelle della società. L’Associazione medica mondiale ribadiva, nella Dichiarazione di Helsinki del 1964 (accettata con qualche resistenza da una parte della comunità medica statunitense), il concetto che solo il consenso esplicitopoteva giustificare moralmente la ricerca sui soggetti umani e che «nella ricerca medica gli interessi della scienza e quelli della società non devono mai prevalere sul benessere del soggetto».

La centralità del soggetto in cura

A partire dagli anni Sessanta del 20° sec. alcuni teologi e filosofi morali cominciarono a mettere in discussione la possibilità che un’etica medica basata sui principi morali dei codici deontologici potesse assicurare il rispetto dei diritti individuali delle persone. Per i filosofi morali, e per molti teologi e giuristi, i medici potevano legittimamente reclamare una competenza sui fatti della scienza medica, ma non sul riconoscimento dei principi etici e dei valori che dovevano guidare le scelte. In particolare, i valori del paziente dovevano essere considerati decisivi, e questi doveva essere trattato come persona capace di scelta autonoma: in tal senso, qualsiasi tentativo del medico di ampliare la sua competenza scientifica era giudicato un errore morale di paternalismo. La nuova etica biomedica, o bioetica, si sviluppava in quegli anni soprattutto a partire dai presupposti filosofico-giuridici del consenso informato e dalla possibilità che il paziente avesse il diritto di rifiutare, sulla base del proprio sistema di valori, il trattamento terapeutico.

Vedi anche
società Insieme di individui o parti uniti da rapporti di varia natura, tra cui si instaurano forme di cooperazione, collaborazione e divisione dei compiti, che assicurano la sopravvivenza e la riproduzione dell’insieme stesso e dei suoi membri. antropologia Anche nelle sue forme più semplici, l’ordinamento ... utilitarismo Concezione filosofica che indica nell’utilità il criterio dell’azione morale. Sebbene motivi utilitaristici siano già presenti nella filosofia di C.-A. Helvétius, fondatore di tale concezione può essere considerato J. Bentham, al quale si deve la formulazione del principio fondamentale dell’utilitarismo, ... pragmatismo Indirizzo di pensiero sorto negli USA intorno al 1870 e diffusosi più tardi in Europa, dove ebbe il maggior successo nei primi decenni del Novecento. 1. C.S. Peirce: dal pragmatismo al pragmaticismo Il termine (pragmatism) deriva, come disse il fondatore di questa corrente C.S. Peirce, dalla ripresa ... bioetica Disciplina accademica e ambito di riflessione interdisciplinare che si occupa dell’analisi razionale dei problemi morali emergenti nell’ambito delle scienze biomediche, proponendosi di definire criteri e limiti di liceità alla pratica medica e alla ricerca scientifica, affinché il progresso avvenga nel ...
Indice
  • 1 Il giuramento di Ippocrate e i codici deontologici
  • 2 L’etica medica e il metodo sperimentale
  • 3 Dal Codice di Norimberga alla Dichiarazione di Helsinki
  • 4 La centralità del soggetto in cura
Tag
  • DICHIARAZIONE DI HELSINKI
  • TRIBUNALE DI NORIMBERGA
  • CODICE DI NORIMBERGA
  • METODO SPERIMENTALE
  • CONSENSO INFORMATO
Altri risultati per etica medica
  • ETICA DI FINE VITA
    Enciclopedia Italiana - IX Appendice (2015)
    Un lungo dibattito. Quali sono le scelte? Situazione nel mondo. I pazienti e le loro motivazioni. Conclusioni. Bibliografia Nel corso del 20° sec. sono progressivamente cambiate le condizioni cliniche, e quindi anche psicologiche, che possono caratterizzare le fasi terminali della vita umana. I progressi ...
  • etica ed economia
    Dizionario di Economia e Finanza (2012)
    Luca Clerici Benedetto Gui Ambito di riflessione riferito alle relazioni intercorrenti tra i campi dell’etica e dell’economia. Nel corso del 20° sec. il dibattito in merito è stato contrassegnato da una tesi di separatezza: lo studio dell’economia deve basarsi sul dato di fatto che ogni attore economico ...
  • etica
    Enciclopedia on line
    In senso ampio, quel ramo della filosofia che si occupa di qualsiasi forma di comportamento (gr. ἦθος) umano, politico, giuridico o morale; in senso stretto, invece, l’e. va distinta sia dalla politica sia dal diritto, in quanto ramo della filosofia che si occupa più specificamente della sfera delle ...
  • etica
    Dizionario di filosofia (2009)
    Termine introdotto da Aristotele per designare le sue trattazioni di filosofia della pratica; indica quella parte della filosofia che si occupa del costume, ossia del comportamento umano. Salvo che in alcuni filosofi (per es., in Hegel), e. è sinonimo di morale, in quanto i due termini si riferiscono ...
  • etica
    Enciclopedia dei ragazzi (2005)
    Anna Lisa Schino Costruire un mondo di valori Etica è sinonimo di morale. Lo attesta la comune radice etimologica: etica viene dal greco èthos, morale viene dal latino mos: entrambi i termini vogliono dire appunto "comportamento, costume". L'etica è quindi la scienza dei costumi, ma non nel senso che ...
  • Etica
    Enciclopedia Italiana - VI Appendice (2000)
    (XIV, p. 447) La riflessione etica degli ultimi decenni del 20° sec. si presenta estremamente variegata e soggetta ad alcune importanti svolte che rispecchiano spesso mutamenti di sensibilità intervenuti nel più generale ambito socio-culturale. Sia in relazione agli orientamenti etici generali, sia ...
  • Etica
    Enciclopedia del Novecento II Supplemento (1998)
    Carlo Augusto Viano sommario: 1. La crisi della morale. 2. La ricostruzione dell'etica. 3. Il linguaggio dell'etica. 4. La revisione dell'utilitarismo. 5. Dal mercato ai diritti. 6. La morale come alternativa. □ Bibliografia. 1. La crisi della morale Si è spesso sostenuto che la cultura del Novecento ...
  • Etica
    Enciclopedia delle scienze sociali (1993)
    Carlo Augusto Viano Il termine e le origini 'Etica' è parola di derivazione greca (da ἔθοϚ, che significa 'costume', 'carattere') equivalente al termine di derivazione latina 'morale' (da mores, che significa 'costumi'): la tradizione latina chiama 'morali' le virtù di carattere che Aristotele chiama ...
  • Etica
    Enciclopedia del Novecento (1977)
    Pietro Piovani di Pietro Piovani Etica sommario: 1. Introduzione. 2. Alla ricerca dell'oggettività dei valori. 3. Mobilità, relatività, storicità. 4. Autonomia e ambiguità. 5. Logica del disordine e chiarificazione totale. 6. Considerazioni conclusive. □ Bibliografia. 1. Introduzione Il Novecento è, ...
  • Etica
    Enciclopedia Dantesca (1970)
    Enrico Berti Abbreviazione di Etica nicomachea, la più nota e importante opera di Aristotele sulla morale, in dieci libri, così chiamata perché dedicata dall'autore al figlio Nicomaco o, più probabilmente, perché a questo si deve la prima edizione di essa. Nel Medioevo latino fu incomparabilmente la ...
  • ETICA
    Enciclopedia Italiana (1932)
    Il termine di ἐϑικά (neutro plurale dell'aggettivo ἐϑικός, moralis, da ἔϑος, mos, "costume, norma di vita") entrò neíl'uso propriamente con Aristotele, che con esso intitolò le sue trattazioni di filosofia della pratica; e poco più tardi lo stoicismo designò con lo stesso aggettivo la terza e suprema ...
Mostra altri risultati
Vocabolario
aliquota etica
aliquota etica loc. s.le f. Percentuale aggiuntiva all’aliquota d’imposta stabilita per gli scaglioni di reddito previsti dalla normativa fiscale: costituisce una sorta di contributo di solidarietà che deve essere versato dai percettori...
tassa etica
tassa etica loc. s.le f. Percentuale aggiuntiva all’aliquota d’imposta stabilita per gli scaglioni di reddito previsti dalla normativa fiscale: costituisce una sorta di contributo di solidarietà che deve essere versato dai percettori di...
  • Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X
  • Ricerca
    • Enciclopedia
    • Vocabolario
    • Sinonimi
    • Biografico
    • Indice Alfabetico

Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani S.p.A. © Tutti i diritti riservati

Partita Iva 00892411000

  • facebook
  • twitter
  • youtube
  • instagram
  • Contatti
  • Redazione
  • Termini e Condizioni generali
  • Condizioni di utilizzo dei Servizi
  • Informazioni sui Cookie
  • Trattamento dei dati personali