Grecista italiano (Roma 1871 - ivi 1938), prof. di lingua e letteratura greca nelle univ. di Milano e di Roma. Concepì un vasto disegno di versione di tutta la poesia classica greca, che iniziò con la traduzione delle commedie di Aristofane (1909), cui seguirono, fra l'altro, le versioni dell'Iliade e dell'Odissea, di Pindaro, dei tragici, di Teocrito. Notevole, nelle traduzioni di R., l'aderenza al testo e la capacità di rievocare lo spirito della cultura greca. Organizzò e diresse (1911-27) le rappresentazioni classiche negli antichi teatri di Siracusa, Pompei, ecc., componendo anche le musiche per alcune di esse. La sua fu una fervida opera di interpretazione e divulgazione della letteratura greca (si vedano i volumi Nel regno di Orfeo, 1921; Il libro della poesia greca, 1921; Aretusa, con G. Lipparini, 1926); scrisse anche alcune opere drammatiche (Drammi satireschi, 1914; Il carro di Dioniso, 1927; ecc.). Vivaci polemiche suscitarono i suoi attacchi, d'impronta nazionalistica, contro la filologia tedesca (Minerva e lo scimmione, 1917). Accademico d'Italia (dal 1929).