Poeta greco (4º-3º sec. a. C.). T. è uno dei maggiori, forse il maggiore poeta dell'età ellenistica. Scrisse molto: inni, elegie, liriche, giambi, epigrammi. Il genere per il quale diventò famoso già nell'antichità è il bucolico. Tra gli idilli più famosi: Il Ciclope, Le Talisie, Ila, Le Siracusane, Le incantatrici, I mietitori, L'amore di Cinisca (Eschine e Tionico), Le Cariti (encomio di Gerone) e il Tolomeo (encomio del Filadelfo).
Incerta è la data di nascita, forse intorno al 310, a Siracusa; dovette vivere abbastanza a lungo a Coo, che mostra di conoscere bene, e fu anche ad Alessandria, dove strinse amicizia con Callimaco. Nei suoi carmi si trovano accenni a Gerone II di Siracusa, quando era ancora stratego (perciò attorno al 275) e a Tolomeo Filadelfo (nel 274). Ignoti sono il luogo e la data di morte.
I componimenti di T. che ci sono giunti sono inseriti nella raccolta dei poeti bucolici, opera di Artemidoro d'Efeso (età di Silla), insieme a quelli di Mosco, Bione ed altri, anonimi. Nella raccolta, a T. sono attribuiti, col nome di idilli, 30 carmi (più 24 epigrammi e un carme allegorico), ma solo 21 sono certamente suoi. Di questi, 8, a contenuto pastorale e agreste, si possono considerare propriamente bucolici, 4 sono poemetti epico-mitologici (epilli), 3 sono mimi, 3 componimenti lirici (in metro e dialetto eolico), 1 carme erotico, 2 encomi. Il metro usato da T. è l'esametro epico, da cui egli, con arte, trae nuovi effetti musicali; il dialetto è un dorico di tipo siracusano, che nei poemetti epico-mitologici è semplice patina su un fondo di ionismo omerico. Raffinatissima, ma non molle, musicale, ma non vuotamente sonora, l'ispirazione teocritea è complessa e multiforme; l'aspetto tipicamente pastorale degli idilli non si può neppure definire il principale, ed è stata ampiamente dibattuta la questione del "realismo", vero o artificioso, dei suoi pastori. L'amore, come delicata fantasticheria o come bruciante passione, appare tema dominante; ma accanto a questo è la rappresentazione finemente umoristica della vita quotidiana. Particolarmente affascinante lo straordinario senso della natura, descritta e musicalmente rievocata con effetti di inimitabile bellezza (e a ciò si unisce un singolare gusto del mito come vicenda o quadro fantastico sullo sfondo della natura). Questa sensibilità naturalistica, aliena da risonanze mistiche ma forte e profonda, è forse la caratteristica più intima dell'arte di T.: essa dà unità ai molteplici aspetti dell'ispirazione e riscatta complessivamente da ogni possibile caduta nell'artificio la poesia, fortemente nutrita di letteratura; sì che le modeste e aggraziate proporzioni della composizione ellenistica divengono capaci di sostenere una fantasia di classica potenza.