EURIBIADE (Εὐρυβιάδης, Eurybiădes)
Figlio di Euriclide, spartano. Navarco nell'anno 481-80 a. C., ebbe il comando della flotta alleata dei Greci. Quando, all'Artemisio, alla vista della flotta persiana, tutti volevano ritirarsi. E. fu persuaso - o corrotto da Temistocle, secondo Erodoto - a restare, finché gli abitanti dell'Eubea sgombrarono l'isola. Comandò la flotta nella battaglia all'Artemisio. Nel consiglio di guerra che precedette la battaglia di Salamina si mostrò dapprima favorevole alla ritirata verso l'istmo di Corinto, ma poi si lasciò di nuovo persuadere da Temistocle a restare. Vinti i Persiani a Salamina, si oppose con successo al disegno di Temistocle d'inseguirli e di tagliare i ponti sull'Ellesponto. I Lacedemoni gli diedero una corona di olivo in premio del suo valore. La tradizione che è stata esposta può senza dubbio dar luogo a gravi e legittimi sospetti, ma non sembra che possa esser sostituita da ipotesi moderne.
Bibl.: B. Niese, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., VI, col. 1320; P. Poralla, Prosopographie d. Lakedaimonier, Breslavia 1913, pp. 57-58; C. Guratzsch, Eurybiadas u. Themistokles b. Artemision u. Salamis, in Klio, XIX (1923), pp. 62-75; G. Giannelli, La spediz. di Serse da Terme a Salamina, Milano s. a.; J. A. R. Munro, in Cambridge Anc. History, IV, pp. 284, 298, 306, 310.