FABIO Massimo Allobrogico, Quinto (Q. Fabius Maximus Allobrogicus)
Figlio di Q. Fabio Massimo Emiliano (v.), del fratello cioè di Scipione Emiliano, non gli compete il cognome di Emiliano, datogli per errore da Strabone e da Appiano. Nominato questore nel 134 a. C., quando lo zio Scipione Emiliano ebbe il consolato, fu da questo condotto seco in Spagna, e con lui tornò a Roma nel 132. Nel 129 curò le esequie dello zio e pronunciò il discorso funebre in suo onore. Pretore nella Spagna verso il 124, fu nominato console per il 121 insieme con L. Opimio, e gli fu affidata la guerra contro gli Allobrogi, che egli condusse insieme col suo predecessore Cn. Domizio Enobarbo, riportando nell'agosto, presso la confluenza dell'Isère col Rodano, una vittoria decisiva su di loro e su Bituito re degli Arverni. Per questa vittoria egli trionfò nel 120 e gli fu conferito il titolo di Allobrogico, che gli vediamo però applicato soltanto in testi del periodo imperiale. A ricordo delle sue vittorie innalzò un trofeo sul campo di battaglia, e in Roma costruì il forniti Fabianus. Ritiratosi a vita privata, continuò a godere di alta riputazione, specialmente per la sua cultura, celebrata anche dal poeta Accio.
Bibl.: F. Münzer in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., VI, col. 1794 segg.; Th. Mommsen, Röm. Gesch., 9ª ed., Berlino 1903, II, 163; W. Ihne, Röm. Gesch., V, Lipsia 1879, p. 172; B. Niese, Grundriss d. röm. Gesch., 5ª ed., curata da E. Hohl, Monaco 1923, p. 180.