MAURI, Fabio
Artista concettuale e scrittore, nato a Roma il 1° aprile 1926. Figlio di U. Mauri e M.L. Bompiani, M. si è formato a Bologna e a Milano, vicino a scrittori e intellettuali con i quali mantenne un profondo legame di amicizia e collaborazione. Dal 1944 al 1974 ha lavorato, con varie interruzioni, presso l'editore Bompiani, assumendo dal 1958 la direzione della sede di Roma. Con P.P. Pasolini ha fondato la rivista Il setaccio (1942) e collaborato alla rivista Officina (1959); ha redatto i primi volumi del nuovo Almanacco letterario Bompiani (1960, 1961); con U. Eco, E. Sanguineti e altri ha fondato la rivista Quindici (1967). Dal 1983 ricopre la carica di presidente delle Messaggerie italiane. La sua produzione artistica, presentata in numerose personali e in importanti rassegne, da Vitalità del negativo nell'arte italiana 1960-1970 (1970, Roma, Palazzo delle Esposizioni) a Trigon 77 (1977, Graz, Landesmuseum), a La performance oggi (1977, Bologna, Galleria d'arte moderna), a Inside Out (1993, Prato, Museo d'arte contemporanea L. Pecci), è stata oggetto nel 1994 di un'ampia retrospettiva alla Galleria nazionale d'arte moderna di Roma. Personalità complessa, M. ha affrontato, con forme espressive diverse, dalla scrittura alla pittura, dall'installazione alla performance, tematiche legate in particolare alla comunicazione e ai modelli comportamentali, analizzandone i risvolti sociologici e ideologici.
Superato il difficile periodo del dopoguerra, segnato da crisi psichiche, esperienze religiose e da un forte impegno sociale presso il Villaggio del fanciullo di Santa Marinella (1949-54), dal 1956 M. si è stabilito di nuovo a Roma e, abbandonato l'espressionismo delle prime opere pittoriche (presentate per la prima volta nel 1954 in una personale alla Galleria Cavallino di Venezia), ha iniziato la sua ricerca sperimentale, sempre accompagnata da una riflessione teorica. Dopo i primi collage e la serie degli Schermi, con Luna (1968) ha elaborato un ambiente percorribile e, nel 1971, con Che cosa è il fascismo ed Ebrea ha creato le sue prime opere-azioni; del 1973 è Natura e cultura, performance, riproposta poi come Ideologia e natura; del 1975 sono le prime azioni con proiezioni di film su oggetti e persone (Intellettuale: Il Vangelo secondo Matteo di/su P.P. Pasolini, alla Galleria d'arte moderna di Bologna; Senza ideologia, un itinerario in otto stazioni al Teatro in Trastevere di Roma). Nel 1980 ha presentato Gran serata futurista, uno spettacolo elaborato per gli allievi dell'Accademia dell'Aquila, dove ha insegnato estetica. Ha poi elaborato opere-concerto (Toccata su figure ostinate, 1984), nuove installazioni (Entartete Kunst, 1985; Interno/Esterno, 1990), conferenze-performances (Dio e la scena, 1987; Ricostruzione della memoria a percezione spenta, 1988) e ancora complesse performances (Che cosa è la filosofia. Heidegger e la questione tedesca. Concerto da tavolo, 1989). Nel 1993, alla Biennale di Venezia, ha riproposto con un intenso impatto emotivo Ebrea del 1971, completandola con Il Muro occidentale o del Pianto. Vedi tav. f.t.
Bibl.: Cataloghi di mostre: Fabio Mauri 1959-1969, a cura di C. Vivaldi, Studio d'arte Toninelli, Roma 1969; Fabio Mauri. Opere e azioni 1954-1994, a cura di C. Christov-Bakargiev, M. Cossu, Roma, Galleria nazionale d'arte moderna, Milano 1994; Fabio Mauri, Male e bellezza /Das Böse und das Schöne, con testi di Rohsmann et al., Kunsthalle, Klagenfurt 1997; Fabio Mauri. Picnic o Il buon soldato, a cura di P. De Marlis, Castelluccio di Pienza, Galleria La Tartaruga, Perugia 1998.