Individuo le cui arti magiche, frutto di apprendimento, si esplicano mediante l’uso di oggetti, l’attuazione di riti e la recitazione di formule, a differenza dello stregone (➔), che seguendo la distinzione introdotta da E.E. Evans-Pritchard (1937), sfrutterebbe una propria dotazione innata, senza far ricorso a pratiche magiche.