FAUSTINA Minore (Annia Galeria Faustina Augusta)
Figlia di Antonino Pio e di Faustina Maggiore.
S'ignora l'anno della nascita, ma certo ancor bambina fu fidanzata nel 138 d. C., per volontà di Adriano, al futuro imperatore Lucio Vero. L'anno seguente, rotto il fidanzamento, fu promessa a Marco Aurelio, il quale la sposò nel 145. Dopo la nascita del primo maschio, nel 147, cominciano le emissioni monetali paterne in cui è chiamata Augusta. Quando nel 161 il marito salì al trono, F. aveva probabilmente poco più di trent'anni. Essa morì nel 175, e il Senato la consacrò, attribuendole, i titoli di diva, pia, mater castrorum; visse quarantacinque anni o poco più.
Dalle numerose monete che recano la sua effigie, risulta che F. portò nel trentennio del suo regno sette diverse pettinature, in base alle quali i ritratti di lei sono stati riconosciuti e inquadrati in una successione cronologica. Fa eccezione un ritratto di fanciulla, una testina diademata di piccola principessa da Ostia, al Museo Naz. Romano (n. 121535), che per l'acconciatura e lo stile deve attribuirsi alla prima parte del regno di Antonino. Il più antico ritratto di lei giovinetta è verisimilmente quello rappresentato dall'elegante busto del Capitolino, Sala Imperatori 39, già creduto di Crispina, che rappresenta certamente una fanciulla della famiglia imperiale (copie al Vaticano, al Braccio Nuovo e Museo Chiaramonti, nel Palazzo Ruspoli, al Louvre n. 1171, a Monaco, a Erbach). Porta i capelli acconciati attorno al volto a larghe ondulazioni a forma di S e nella parte posteriore nel modo detto "a melone"; la crocchia rotonda è formata da trecce strettamente arrotolate. Questa acconciatura si trova fedelmente riprodotta nelle prime monete di F. Minore del 147; i caratteri stilistici sono quelli del primo periodo dell'arte antonina. L'appartenenza alla esedra di Erode Attico fornisce la data per la statua con base iscritta di Olimpia (147-149); la somiglianza è generica; ma la pettinatura corrisponde a quella giovanile di F. Minore. Di poco più tardo appare il ritratto di Dresda su una statua di Venere (copia al British Museum), nel quale F. è raffigurata con la pettinatura più semplice che sia stata di moda negli ultimi anni del regno di Antonino Pio: i capelli spartiti in mezzo alla fronte scendono in molli ondulazioni, raccolti in una bassa crocchia rotonda. Segue un ritratto, di cui sono state elencate quindici copie provenienti da Roma e dalle province. Ma non si tratta sempre di repliche fedeli; al busto del Louvre n. 1144, che è la migliore, sono vicini il busto del Capitolino (Galleria), le teste di Berlino R. 81, del Laterano e di Venezia, il busto degli Uffizî, la testa al Louvre da Markouna. La copia velata del Louvre n. 1177 e la statua, velata e diademata, di Timgad dimostrano come il tipo fosse ripreso anche dopo la morte di Faustina. La testa colossale del Museo Naz. Romano n. 251 si può considerare una variante. Il volto dell'Augusta è meno giovanile che non appaia nel ritratto precedente; la chioma ondulata è divisa in più bande e la crocchia si va allargando, formata da grosse matasse annodate. Non è improbabile che questo fosse il primo ritratto ufficiale di F. appena ascesa al trono. Di una rielaborazione con la chioma artificiosamente arricciata, eseguita certo in Atene, restano ben quattro copie al Museo Nazionale; il rendimento plastico e l'espressività dell'occhio potrebbero far supporre che l'opera appartenesse alla fine del regno di Marco Aurelio, ma si spiegano col precoce accentuarsi di questi elementi nell'arte greca. Fra gli ultimi anni del regno di Antonino e il principio di quello di Marco Aurelio va collocato per ragioni stilistiche il colossale ritratto diademato di Cartagine, già creduto una testa di Crispina o di Lucilla, ora riconosciuto come F. Minore, di cui porta la pettinatura più giovanile. È opera tipicamente provinciale, mentre la testa rinvenuta nelle Terme di Antonino sembra dovuta a un artista permeato di cultura ellenistica. Alquanto più maturo appare il volto pienotto di F. nella testa dalla Casa delle Vestali al Museo Naz. Romano n. 642, ottimo esempio di classicismo antonino, nel quale la calda tonalità e la fusione delle superfici si accompagnano all'equilibrio strutturale delle masse. Due copie si trovano al Capitolino (Salone) altre al Museo Chiaramonti, al Louvre n. 1174, alla Gliptoteca Ny Carlsberg n. 709, al museo di Siracusa; la testa diademata e velata del Louvre n. 1049, è probabilmente una rielaborazione postuma dipendente dallo stesso originale. È da notare che quest'ultimo tipo è stato in passato creduto un ritratto di Lucilla e spesso va sotto questa denominazione. Agli ultimi tempi della vita di F. Minore vanno attribuite le teste diademate del Museo Capitolino, Sala Colombe, 31, che mostra i tratti appesantiti dall'incipiente pinguedine, e quella affine collocata sulla statua di Venere nel gruppo di Marte e Venere, da Ostia al Museo Nazionale Romano, già creduta Crispina. Molte statue furono probabilmente dedicate anche dopo la morte; oltre ai ritratti postumi, di cui si e già fatto cenno, sono da menzionare il busto del Louvre n. 1147 e la statua Sciarra (ritratto su statua di adorante) al Museo Nazionale Romano, ambedue velate, che rappresentano F. divinizzata.
Bibl.: J. J. Bernoulli, Rom. Ik., II, 2, p. 189 ss.; F. Poulsen, Kolossalkopf der jüngeren Faustina, in Jahrbuch, XLVII, 1937, p. 85 ss.; M. Wegner, Herrscherbildnisse in antoninischer Zeit, Berlino 1939, pp. 48 ss., 210 ss. Monete: P. L. Strack, Römische Reichsprägung, III, Stoccarda 1937, p. 120 ss.; H. Mattingly, Coins of the Roman Empire in the British Museum, IV, Lonra 1940, pp. 158 ss., 371 ss., 396 ss., 487 ss., 529 ss., 649 ss.; B. M. Felletti Maj, Museo Nazionale Romano. I Ritratti, Roma 1953, nn. 247, 234, 235, 236, 237; G. Picard, in Fasti Arch., IV, n. 3640, fig. 82; M. Floriani Squarciapino, Una testina del Museo di Aquileia, in Rend. Pont. Acc., XXIII-XXIV, 1948-49, p. 231 ss.