Dennerlein, Federico (Fritz)
Italia • Portici (Napoli), 14 marzo 1936 - Napoli, 3 ottobre 1992 • Specialità: 100 m, 200 m farfalla
Federico (Fritz) Dennerlein aveva straordinarie doti acquatiche: i suoi mezzi tecnici assolutamente fuori del comune lo fecero considerare il più forte giocatore italiano di pallanuoto della sua epoca e gli consentirono nello stesso tempo di primeggiare nel delfino, di cui fu a lungo il migliore interprete europeo, e, a livello italiano, anche nello stile libero e nei misti.
Nella carriera e nella vita la fortuna non gli ha quasi mai arriso e il destino ha incrociato la sua strada negandogli i meritati successi nei modi più imprevedibili; tuttavia la sua grandezza di atleta, di tecnico e di uomo è consolidata nella storia del nuoto e nei cuori di quanti lo hanno conosciuto.
Fritz era di padre tedesco e di madre romena: la sua guida nel nuoto e il solo capace di comprendere l'indole del giovane campione fu il fratello maggiore Costantino (Bubi), il quale, con volontà e tenacia, si era guadagnato un posto nella staffetta azzurra 4x200 m prima dell'Olimpiade di Melbourne. Successivamente, aveva conquistato il ruolo di miglior farfallista italiano, diventando primatista nazionale della specialità. Intanto Fritz dava il meglio di sé nella pallanuoto, pur riuscendo a guadagnare un posto in finale con la staffetta italiana 4x200 m stile libero sia nel Campionato Europeo del 1954 a Torino sia alle Olimpiadi di Melbourne nel 1956.
Nel 1958 Fritz ebbe la sua prima consacrazione come nuotatore di livello internazionale: vinse ai Campionati Europei di Budapest la medaglia d'argento con la staffetta 4x200 m stile libero e quella di bronzo con la 4x100 m mista. Quando nel 1959 Bubi lasciò la pratica del nuoto agonistico per fare esclusivamente l'allenatore, Fritz ne raccolse immediatamente l'eredità sulla distanza dei 200 m farfalla, tanto da far pensare che si fosse tenuto fuori da questa specialità per non dover affrontare il fratello. Bastarono poche gare perché lo svagato ragazzo napoletano divenisse il numero uno in Europa nei 200 m farfalla. Il suo esordio in questa gara in vasca da 50 m fu clamoroso: fece crollare il primato nazionale detenuto dal fratello di dieci secondi esatti. Pochi mesi dopo divenne primatista europeo sia dei 100 sia dei 200 m farfalla, nuotando le due distanze a Parigi rispettivamente in 1′01,8″ e 2′19,5″. Da quel momento il suo obiettivo furono i Giochi Olimpici di Roma e, sulla strada di quel sogno, nella primavera 1960 colse nella piscina del Foro Italico di Roma un altro primato europeo: 2′18″. I due Dennerlein compresero allora che era realmente possibile conquistare una medaglia olimpica individuale nel nuoto: tuttavia era necessario rinunciare a giocare alle Olimpiadi con la favoritissima squadra della pallanuoto.
La finale olimpica romana dei 200 m farfalla fu drammatica: Fritz non poteva sostenere il passo di Michael Troy, destinato a un impressionante primato del mondo, e concentrò le forze in un duello per la medaglia d'argento con l'altro statunitense David Gillanders, duello che lo lasciò senza forze nell'ultima vasca. Alla fine Troy prevalse in 2′12,8″, mentre l'australiano Neville Hayes andò a conquistare il secondo posto in 2′14,6″, proponendosi vigorosamente nell'ultima vasca; Gillanders fu terzo in 2′15,3″ e Fritz quarto con un nuovo primato europeo in 2′16″, piazzamento e record che non corrispondevano alle sue ambizioni e che non lo ricompensavano delle rinunce fatte: pochi giorni dopo, infatti, la nazionale azzurra vinse l'oro olimpico nel torneo di pallanuoto.
Dopo l'Olimpiade di Roma, Fritz decise di dividere il suo impegno fra nuoto e pallanuoto. Nel 1962 la fortuna gli girò un'altra volta le spalle. Nel mese di giugno era a Belgrado con la nazionale di pallanuoto che, constatate le condizioni di temperatura dell'acqua, si ritirò nell'ultima partita del torneo. Il presidente della Federazione Luigi Durand de la Penne fu inflessibile e sospese dall'attività internazionale l'intera squadra per tutta la stagione. Fritz fu punito due volte, privato della possibilità di gareggiare nel torneo di pallanuoto e di scendere in acqua nelle gare di nuoto. Prima dei Campionati Europei di Lipsia disputò un ottimo campionato italiano, vincendo i 200 m farfalla, i 100 m stile libero e i 400 m misti: non fu sufficiente per convincere i vertici federali. II 23 agosto, il sovietico Valentin Kuz´min vinse a Lipsia il titolo europeo, migliorando il primato continentale con il tempo di 2′14,2″. Meno di due ore dopo, nella piscina di Montecarlo in prova isolata e alla presenza di Durand de la Penne, Fritz attaccò il freschissimo limite di Kuz´min. Nuotò in 2′12,6″, ma al suo successo e al record riconquistato mancava beffardamente il suggello della medaglia d'oro. Nel 1963 vinse ancora i 200 m farfalla ai Giochi del Mediterraneo e i 200 m farfalla e i 400 m misti ai Campionati italiani. A quel punto, forte di 14 titoli nazionali assoluti estivi e di 10 primaverili, delle due medaglie vinte in staffetta ai Campionati Europei del 1958, di 18 primati italiani e di 5 europei, lasciò il nuoto per dedicarsi esclusivamente alla pallanuoto.
Raggiunse prestigiosi traguardi sportivi anche in questa attività, prima come atleta e poi come allenatore. Quando lasciò l'attività agonistica, divenne allenatore della sua amata Canottieri Napoli, squadra che ha portato al successo nel Campionato italiano e nella Coppa dei campioni del 1977. Nel 1984 divenne allenatore della nazionale di pallanuoto, che guidò al secondo posto nella storica finale dei Campionati del Mondo di Madrid nel 1986, persa ai supplementari.
Avrebbe certamente scritto ancora molte pagine importanti per lo sport italiano, ma morì in un incidente motociclistico nel 1992.