Federico I Barbarossa
L'imperatore tedesco in lotta con il papato e i Comuni italiani
L'imperatore Federico I, detto Barbarossa, è stato una delle grandi personalità del Medioevo. Rafforzò la corona imperiale, pacificando la Germania fino allora dilaniata dalla contesa tra le due casate rivali dei guelfi e dei ghibellini, e combatté in Italia le pretese di dominio del papato e le tendenze autonomistiche dei nascenti Comuni
Federico I (nato nel 1125) fu incoronato re di Germania il 4 marzo 1152. Imparentato da parte di padre con la casata ghibellina e da parte materna con quella guelfa (guelfi e ghibellini), la sua ascesa al trono pacificò la Germania feudale. Ciò gli consentì di opporsi al papato in una questione fonte di molte controversie, il diritto di nomina dei vescovi tedeschi; Federico prese posizione eleggendo lui stesso l'arcivescovo di Magdeburgo. Il papa osteggiò tale scelta, ma fu in seguito costretto a stringere alleanza con lo stesso Federico, cui promise la nomina imperiale, perché scendesse in Italia per aiutarlo a sottomettere Roma che si era rivoltata e per combattere la potenza normanna.
Non solo: a chiamare Federico furono anche alcune città lombarde, Lodi e Como in primo luogo, che volevano sottrarsi all'influenza del potente Comune di Milano.
Federico scese in Italia e il 18 giugno 1155 fu incoronato imperatore in Roma. Una rivolta lo spinse però subito ad abbandonare la città, lasciando solo il papa che fu costretto a trovare un accordo con i Normanni. L'inglorioso ritiro non sopì e anzi rafforzò l'ambizione di Federico I di imporre concretamente il suo dominio universale, legittimato dall'incoronazione imperiale. Si adoperò perciò subito per preparare una nuova discesa in Italia.
Il 7 settembre 1158 Milano cadeva di fronte al suo attacco. Nel novembre, nella dieta di Roncaglia, Federico I rivendicò la pienezza del suo potere di fronte alle richieste di autonomia dei Comuni settentrionali. Questo suo atteggiamento spinse ben presto i Comuni alla ribellione: il papa solidarizzò con gli insorti e Federico I rispose facendo eleggere un antipapa, che prese il nome di Vittore IV, e convocando un concilio a Pavia.
Nel 1160 Federico distrusse Crema, nel 1162 piegò ancora Milano, nel 1167 entrò a Roma e insediò il suo antipapa sul trono di Pietro, mentre papa Alessandro III si rifugiava presso i Normanni. Fu questo il momento del suo massimo successo. Ma in quello stesso anno le forze italiane a lui avverse giurarono un patto di lega anti-imperiale (Lega lombarda) nel monastero di Pontida. Era la guerra, anche se gli scontri decisivi avvennero solo qualche anno dopo. Nel 1174 Federico I cercò vanamente di conquistare la città di Alessandria, così chiamata in onore del papa, poi, il 29 maggio 1176, le forze imperiali si scontrarono con quelle dei Comuni a Legnano. Federico I fu sconfitto e con difficoltà trovò riparo a Pavia.
Papato e impero raggiunsero un accordo a Venezia nel 1177. L'intesa stabiliva anche un periodo di tregua di sei anni con i Comuni italiani, coi quali nel 1183 a Costanza venne siglata la pace. I Comuni avrebbero conservato la propria autonomia e sarebbero stati obbligati solo a un giuramento formale di fedeltà e al pagamento di un tributo. Federico I sembrava definitivamente indebolito, poi, nel 1184, avvenne un colpo di scena, ossia il matrimonio di suo figlio Enrico con Costanza d'Altavilla: l'impero acquisiva così diritti nella successione al Regno di Sicilia (Federico II di Svevia).
In virtù di questa unione i rapporti tra impero e papato parvero destinati nuovamente a guastarsi, ma tutte le energie erano ora assorbite dalla crociata, in cui le forze cristiane si impegnarono dopo che Gerusalemme, nel 1187, era caduta in mano musulmana. Anche Federico I vi partecipò e vi trovò la morte, nel 1190, non in combattimento, ma annegando in un fiume dove si era immerso.
Se Federico rimase sconfitto nello scontro con il papato e i Comuni, pure egli rinforzò il regno tedesco, che conservò per secoli l'assetto di confederazione di principi da lui assicurato. Le sue iniziative politiche e le sue imprese militari crearono attorno alla sua figura un'aura di leggenda.