VERDINOIS, Federigo
Giornalista, critico, scrittore e traduttore, nato a Caserta il 2 luglio 1844, morto a Napoli l'11 aprile 1927. Fu direttore per qualche tempo del Giornale di Napoli, collaboratore del Fanfulla di Roma con lo pseudonimo di Picche (altro pseudonimo era Nobody) e dei più importanti giornali napoletani della seconda metà dell'Ottocento, particolarmente del Corriere del mattino, di cui diresse la famosa pagina letteraria, nella quale fecero le prime prove, tra gli altri, la Serao, Bracco, Di Giacomo, Misasi. Insegnò per molti anni nell'Istituto Orientale di Napoli dapprima lingua e letteratura inglese, poi russa.
Più che per i racconti originali, tutt'altro che trascurabili, nei quali, con arguzia piena di umanità, descrisse scene e vicende della piccola borghesia napoletana, angustiata dalla miseria, ebbe nome per la sua infaticabile operosità di traduttore. Fece conoscere per primo in Italia, nel 1898, il Quo vadis? non ancora tradotto neppure in francese. Tradusse circa trecentocinquanta opere dal francese, inglese, tedesco, polacco, norvegese (tra i più importanti autori tradotti, ricordiamo Sienkiewicz, Richepin, Hugo, Bourget, Shakespeare, Wilde, Hamsun) e fu uno dei primi e più felici traduttori dal russo (da Gogol, Gorkij, Dostoevskij, Tolstoj, Puškin).
Scritti originali: Amore sbendato-Nebbie germaniche (Napoli 1872); Racconti (Milano 1878); Profili letterari napoletani (Napoli 1882); Principia e altre novelle (ivi 1885); Racconti inverisimili (ivi 1886); La visione di Picche (ivi 1887); Quel che accadde a Nannina (Catania 1887); Nuove novelle (Firenze 1887); I martiri di Belfiore (Napoli 1915); Ricordi giornalistici (ivi 1920).
Bibl.: V. Della Sala, Ottocentisti napoletani, Napoli 1935; B. Croce, F. V. in La Critica, XXXIV.