Pseudonimo dello scrittore e commediografo belga di lingua francese Louis Carette (Cortenberg, Brabante, 1913 - Parigi 2012). Formatosi nell'ambito della grande tradizione francese di Balzac, di Chateaubriand e di Stendhal (esperienza culturale della quale ci ha lasciato una lucida analisi in Balzac et son monde, 1955), M. ne realizza l'ideale saldatura con la tradizione del teatro da boulevard nella sua triade maggiore, L'oeuf (1956), La bonne soupe (1958), Madame Princesse (1965), e in Babour (1969), mentre nei suoi migliori romanzi e racconti (Bergère légère, 1953; En de secrètes noces, 1953; Mémoire d'homme, 1968) si avvicina alla tecnica narrativa visuale che mostra di adottare infine decisamente in Creezy (1969). Da ricordare per il teatro: Les cailloux (1962); La preuve par quatre (1964); L'ceuvre-boîte (1972); L'homme en question (1974); per la narrativa: Les passions partagées (1987), la raccolta di novelle Les ingénus (1992), i romanzi La grande fille (1997) e L'affiche (2000); per la saggistica: Casanova ou l'Anti-Don Juan (1954) e Une insolente liberté (1983), dedicati a Casanova; L'imagination est une science exacte, interviews with C. Dantzig, 1998.