FENICI (XIV, p. 997)
Le conoscenze sui F. si sono grandemente accresciute negli anni recenti, soprattutto in seguito alle ricerche archeologiche effettuate in più punti dell'area mediterranea. Emergono a oriente gli scavi del Dipartimento delle antichità di Cipro a Kition, dove è stato posto in luce un insediamento che attesta la presenza fenicia dal 10°-9° secolo a. Cristo. Nel Mediterraneo centrale gli scavi italiani in Sicilia e in Sardegna hanno rivelato una ricca produzione artistica (nella quale spiccano le stele di Mozia) e una penetrazione più ampia del previsto in età cartaginese, quando sostanzialmente tutta la Sardegna appare sotto controllo. A occidente, gli scavi spagnoli e tedeschi sulla Costa del Sole hanno consentito l'individuazione di empori almeno dal 9° secolo (Almuñécar) e di abitati con fortificazioni cospicue (Toscanos) almeno dall'8°.
Parallelamente alle scoperte, un intenso sviluppo hanno avuto gli studi sulla civiltà fenicia, anzitutto intesi a definirne le origini, sempre più chiaramente legate all'inizio dell'età del Ferro (circa 1200 a. C.), che sola consente l'emergere di caratteri autonomi e distintivi. In secondo luogo, si va definendo la differenziazione tra la civiltà fenicia e quella punica, da essa derivata e legata all'affermazione di Cartagine come potenza mediterranea. In terzo luogo, comincia a emergere la caratterizzazione del mondo coloniale, non solo ricettivo ma anche creativo nella cultura e in varie forme dell'artigianato (ciò vale in specie per la Sicilia e la Sardegna). In quarto luogo, si approfondisce lo studio delle componenti della civiltà fenicia, da quella egiziana (sempre più evidente nelle nuove scoperte archeologiche) a quella cipriota (che invece si ridimensiona in quanto parte di una koinè vicino-orientale). Infine, si distingue ormai dalla produzione fenicia quella orientalizzante, in cui altre componenti culturali ed etniche hanno parte non minore.
Nell'insieme, viene rivalutata la funzione dei F. nell'antica storia mediterranea: per il loro predominio lungo la rotta africana da oriente a occidente e lungo la derivazione di essa per la Sicilia e la Sardegna fino all'Iberia; per la consistenza e l'autonomia della loro produzione artigianale; per la potenza politica raggiunta con Cartagine, di cui sono illuminante testimonianza le lamine d'oro di Pyrgi iscritte in etrusco e in punico. Vedi tav. f. t.
Bibl.: S. Moscati, Il mondo dei Fenici, Milano 1966; id., I Fenici e Cartagine, Torino 1973; id., Problematica della civiltà fenicia, Roma 1974.