ellissi, fenomeni di
L’ellissi grammaticale è, in generale, il fenomeno per cui un elemento previsto dalla struttura sintattica di un’espressione viene omesso (➔ ellissi). Nella seconda coordinata dell’enunciato (1) c’è, ad es., l’ellissi della forma verbale studia:
(1) Francesca studia legge e Federico [Ø] medicina
L’omissione si definisce rispetto a un modello di unità sintattica mancante. Tale unità è tipicamente una frase, indipendente, subordinata o (come in 1) coordinata; ma può trattarsi anche di un costituente di livello inferiore, quale il sintagma. Nel caso seguente:
(2) questo brano si suona solo con le dita della [Ø] sinistra
non compare, ad es., il nome mano, la cui presenza è strutturalmente necessaria nel sintagma preposizionale della sinistra.
L’unità sintattica entro cui il fenomeno dell’ellissi si manifesta è detta ellittica: la coordinata Federico medicina e il sintagma preposizionale della sinistra sono dunque ellittici. Quando l’unità sintattica ellittica esaurisce un enunciato, come nella risposta B in (3):
(3) A: chi ha avuto il voto migliore?
B: [Ø] Francesca
si parla allora di enunciato ellittico (➔ ellittici, enunciati).
La specifica identità dell’elemento eliso può essere ricavata:
(a) dalla struttura sintattica stessa della frase, come in:
(4) a luglio [Ø] vado al mare
la cui forma verbale alla prima persona singolare chiede l’integrazione del soggetto io;
(b) dalla struttura di una frase sintatticamente legata a quella ellittica, come nella seconda coordinata dell’es. (1), in cui occorre recuperare la forma verbale studia;
(c) dal co-testo, vale a dire dagli enunciati che accompagnano l’enunciato ellittico nello stesso testo o nella stessa conversazione (➔ contesto), come nel caso dell’enunciato B dello scambio dialogico (5), che va ricostruito come ha telefonato Francesca:
(5) A: chi ha telefonato?
B: [Ø] Francesca
(d) dal contesto enunciativo, come nel seguente esempio (tratto da Marello 1984: 256), in cui potrebbe essere la sola situazione d’enunciazione a dirci quali siano gli elementi da recuperare:
(6) Mario ha regalato ad Anna un anello, Lia ha comprato una cravatta per Alberto e tu [Ø]?
L’ellissi è un fenomeno complesso, che necessita di più di una precisazione.
(a) Occorre osservare anzitutto che non ogni enunciato incompleto va considerato un caso di ellissi. Benché in parte implicita, la risposta di B nell’esempio (7) non è un enunciato ellittico:
(7) A: domani hai l’esame di anatomia?
B: no
L’ellissi si definisce come omissione di un elemento riguardo ad un modello di riferimento; ora, l’avverbio no può costituire un enunciato autonomo.
(b) La misura dell’incompletezza dell’unità ellittica viene stabilita dalla combinazione della sua struttura sintattica interna con quella dell’elemento con cui essa si mette in relazione. Così, ad es., negli enunciati (8) e (9):
(8) Francesca ha parlato alle sette e trenta e Federico [Ø] subito dopo
(9) Francesca ha parlato a Maria alle sette e trenta e Federico [Ø] subito dopo
la configurazione della seconda coordinata indica che manca un predicato verbale e quella della prima indica che l’elemento eliso in (8) è ha parlato e in (9) ha parlato a Maria.
(c) L’elemento da supplire per saturare l’ellissi non è necessariamente una copia esatta dell’elemento a cui è legato; può subire accomodamenti morfologici, o essere uno dei membri di un paradigma di alternative tutte altrettanto plausibili. Di solito, si considera che vi sia copia in senso stretto quando la ripresa letterale è possibile, come, ad es., in (8) e (9), o ancora (Marello 1999: 116) in:
(10) gli ho detto di scrivere, ma non gli ho specificato che cosa [Ø]
in cui va recuperato scrivere.
Nel caso seguente:
(11) Francesca è andata in vacanza in Sardegna e Federico [Ø] in Toscana
la ripetizione lessicale prevede invece un cambiamento morfologico per quanto riguarda il diverso accordo di genere: da è andata si passa a è andato, un cambiamento che in (12) investe l’intera categoria morfolessicale, visto che il sintagma oggetto diventa che cosa, cioè un’espressione interrogativa (Marello 1984: 268):
(12) Ugo ha mangiato una mela e Maria [Ø]?
Quando l’ellissi viene saturata a partire dalla situazione fisica d’enunciazione, ci sono di solito più possibilità; si pensi, per es., al caso:
(13) oggi, la giornata è stata pessima: Francesca non si è presentata all’appuntamento; la farmacia era chiusa; ho lasciato il cellulare sul tram; e ora anche tu [Ø]
Anche se sappiamo con precisione che cosa ha innervosito il parlante, le integrazioni a cui possiamo pensare sono numerose: da espressioni generiche quali (anche tu) ci metti del tuo a espressioni via via più specifiche come (anche tu) hai deciso di partire in anticipo, hai deciso di partire prima di aver finito il lavoro, ecc.
(d) Se è vero che l’ellissi si definisce in base a un modello grammaticale di riferimento, questo non è sempre facile da individuare. Si consideri l’es. esaminato in Marello (1984: 264 segg.):
(14) mi diverto con te, non con lei
In casi come questi, si tratta di decidere se la sequenza non con lei vada considerata completa o no dal punto di vista sintattico, nel qual caso occorrerebbe recuperare l’espressione mi diverto. Un altro caso dello stesso genere è il seguente, che contiene una sorta di prolessi ellittica:
(15) non so voi, ma io non fumo più
Alcuni test somministrati a un campione di parlanti italofoni portano piuttosto a credere che non si tratti di casi di ellissi; una conclusione che invece non vale se l’espressione non con lei è preceduta dalla congiunzione ma (come nel caso dell’enunciato 16), che obbliga a prevedere un completamento in forma frasale con ellissi di mi diverto:
(16) mi diverto con te, ma non [Ø] con lei
(e) È dubbia anche la scelta di considerare ellittiche alcune subordinate circostanziali quali tipicamente le participiali (Marello 1999: 118; ➔ assolute, strutture):
(17) scocciato, se ne andò
che potrebbero esser parafrasate col gerundio essendo o, in alternativa, aggiungendo una congiunzione subordinante e un ausiliare coniugato: dato che era. Lo stesso vale per le subordinate relative implicite (➔ relative, frasi), che, se considerate ellittiche, andrebbero completate con un pronome relativo e un ausiliare; nel caso di (18), che hanno / è / è stato:
(18) l’uomo ferito è suo padre
Ammettendo che in costruzioni come le subordinate in (17) e (18) sia stato omesso un elemento obbligatorio, si arriverebbe a una concezione dell’ellissi troppo pervasiva, e dunque inservibile.
Come mostrano gli esempi precedenti, tra espressione ellittica ed espressione completa c’è in generale equivalenza di significato. L’equivalenza riguarda più precisamente la componente denotativa del significato, vale a dire la situazione descritta dalla frase; il recupero dell’elemento ellittico può infatti produrre importanti variazioni di natura comunicativa (focalizzazioni diverse delle informazioni, creazione di impliciti, ecc.). Si pensi alla differenza tra (19) a. e (19) b.:
(19) a. ho chiesto a Francesca, perché [Ø] è una persona generosa
b. ho chiesto a Francesca, perché Francesca / lei è una persona generosa
La ripetizione di Francesca o l’introduzione di lei – che vengono letti spontaneamente con intonazione marcata – suggeriscono una contrapposizione tra Francesca e qualcun altro (a seconda dei casi l’interlocutore o altre persone) assente nella formulazione con ellissi del soggetto.
Si noti che l’esplicitazione dell’ellissi non sempre produce frasi sentite come accettabili; come mostra l’esempio esaminato in Marello (1984: 258), la parafrasi (20) b. di (20) a. è infatti sentita come strana:
(20) a. da quando [Ø] si è sposato, Carlo non esce più con gli amici
b. ? da quando Carlo si è sposato, Carlo non esce più con gli amici
Ci sono poi casi in cui il recupero dell’ellissi cambia anche il significato denotativo della formulazione ellittica. Se nell’esempio (21) a. si inserisce un pronome o si copia letteralmente l’antecedente, si annulla il legame di coreferenza (Marello 1984: 258); a differenza che in (21) a., né in (21) b. né in (21) c. la ripresa si riferisce infatti in modo distributivo a ogni testimone:
(21) a. ogni testimone dichiarò che [Ø] era rimasto a casa tutta la sera
b. ogni testimone dichiarò che egli era rimasto a casa tutta la sera
c. ogni testimone dichiarò che ogni testimone era rimasto a casa tutta la sera
Dal punto di vista teorico, è dubbio se in casi come (21) a. si possa parlare di vera e propria ellissi.
«Pare che l’ellissi del verbo sia il tipo di omissione più avvertito dai parlanti» (Marello 1984: 262). L’entità del fenomeno si misura soprattutto nelle frasi sintatticamente legate per subordinazione o coordinazione e riguarda l’omissione dei verbi che portano l’informazione centrale della frase.
Le subordinate più caratteristicamente soggette all’ellissi del verbo principale sono le comparative e le relative, illustrate dai due seguenti esempi (da Marello 1984: 262):
(22) Io ti avevo dato maggior prova di amicizia che lei [Ø] di amore (Fulvio Tomizza, L’amicizia, Milano, Rizzoli, 1980)
(23) Heine [...] trovava che nelle natiche le tedesche hanno dal destino la pesantezza che i tedeschi [Ø] nel cervello (Guido Morselli, Un dramma borghese, Milano, Adelphi, 1978)
Quanto alle ellissi del predicato nelle coordinate, esse sono state riunite in un ampio paradigma (per un esame complessivo, cfr. Mandelli in corso di stampa). Tra le più note, vi è il cosiddetto gapping (cfr., per es., Ross 1986; Scorretti 20012), che trova la sua ragion d’essere e la sua naturalezza nel parallelismo sintattico creato dal legame coordinativo: si manifesta tipicamente come cancellazione della forma verbale all’interno di una sequenza di costituenti argomentali (in Scorretti 20012: 270):
(24) lui può lavare il pavimento, e/o Mario [Ø] i vetri
Un tipo di ellissi vicino al gapping, ma in parte diverso, è illustrato da un esempio quale (Scorretti 20012: 270):
(25) purtroppo canta, e [Ø] malissimo
In questi casi, nella coordinata va recuperata tutta la frase antecedente, a cui viene aggiunto un sintagma, tipicamente avverbiale o preposizionale, che ottiene così un importante effetto di rilievo comunicativo.
Un’altra interessante ellissi legata alla coordinazione (definita tra i primi da Postal 1974) è illustrata dal seguente esempio (in Mandelli in corso di stampa):
(26) Tommaso stima, e Virginia adora [Ø], Francesca
L’ellissi si trova in questo caso a destra della congiunzione coordinata ed è creata dallo spostamento di un costituente – in questo caso Francesca – alla fine della frase. Complessivamente, questa configurazione è caratterizzata da una frattura intonativa all’altezza della congiunzione e da un effetto di sospensione nello spazio dell’ellissi, sospensione che annuncia un completamento cataforico della prima coordinata (➔ catafora).
Mandelli, Magda (2011), La coordinazione sintattica nella costruzione del testo, Genève, Édition Statkine.
Marello, Carla (1984), Ellissi, in Linguistica testuale. Atti del XV congresso internazionale della Società di Linguistica Italiana (Genova - Santa Margherita Ligure, 8-10 maggio 1981), a cura di L. Coveri, Roma, Bulzoni, pp. 255-270.
Marello, Carla (1990), Les liaisons invisibles. Osservazioni preliminari, «Studi italiani di linguistica teorica e applicata» 19, pp. 313-319.
Marello, Carla (1999), Parafrasi di enunciati ellittici, in Parafrasi. Dalla ricerca linguistica alla ricerca psicopedagogica, a cura di L. Lumbelli & B. Mortara Garavelli, Alessandria, Edizioni dell’Orso, pp. 109-131.
Postal, Paul M. (1974), On raising. One rule of English grammar and its theoretical implications, Cambridge (Mass.), MIT Press.
Ross, John R. (1967), Infinite syntax!, Norwood, Ablex.
Scorretti, Mauro (20012), Le strutture coordinate, in Grande grammatica italiana di consultazione, nuova ed. a cura di L. Renzi & G. Salvi & A. Cardinaletti, Bologna, il Mulino, 3 voll., vol. 1° (La frase. I sintagmi nominale e preposizionale), pp. 241-284 (1a ed. 1988-1995, 3 voll.).