BALAMI, Ferdinando (Ferrante Siciliano)
Nacque nella diocesi di Girgenti sulla fine del sec. XV. Fu medico di Leone X ed anche - secondo una convincente supposizione di G. Marini, che lo identifica con un Ferrante Aragonese - conclavista del cardinale Medici dopo Giulio II e del cardinal Orsini dopo Leone X, poi protomedico pontificio nel 1530, consigliere del Collegio e uno dei riformatori degli Statuti. È oggetto di un breve di Leone X (1514), che avoca a sé una causa mossa al B., trasferitosi a Roma colla moglie, dall'Inquisizione siciliana. Fu anche medico personale di Clemente VII e da questo ottenne, con un breve del 20 luglio 1533, un ricco beneficio in Sicilia. Molto stimato per la sua professione e ben introdotto negli ambienti di curia, il B. figura spesso nell'epistolario del Giovio con i cardinali Rodolfo Pio, Ascanio Sforza e Alessandro Farnese e con altri curiali: in lettere scritte fra il 1521 e il 1547 il Giovio lo definisce "peritissimo e amicissimo medico", anche se diffida della severità della dieta alimentare che il B. propone ai malati.
Il B. tradusse per ordine di Clemente VII il De Ossibus di Galeno, che stampò con eleganti incisioni anatomiche in Roma nel 1535 e che dedicò a Paolo III. La traduzione è condotta con cura umanistica: nell'introduzione il B. afferma che, poiché molti dotti avevano lungamente desiderato questo trattato mancante dopo i nove di anatomia, non appena ne fu ritrovato il testo e Giano Lascari ebbe terminato di emendarlo, Clemente VII gliene affidò la traduzione. Egli la eseguì non solo, come dice nella dedica, "per ottemperare a chi doveva", ma per l'interesse profondo che portava all'autore. Grazie all'indagine di Galeno, che definì i caratteri anatomici (sede, figura, ordine e grandezza), le prescrizioni mediche, sostiene il B., divennero più pertinenti e sicure, e le cure riuscirono quindi più felici: perciò il B. riconosce a Galeno la più copiosa e accurata trattazione dei problemi anatomici, già prima elaborati da Ippocrate ed Erasistrato. Per tale interesse a Galeno, oltre questo lavoro (rist. a Lione nel 1535; in Opera, Basileae 1538; a Valenza nel 1555; nelle edd. giuntine di Venezia; ecc.), il B. si applicò anche alle traduzioni dei trattati De optima nostri corporis constitutione, De bona habitudine, De cibis boni et mali succi, De euchymia et cacochymia e De hirudinibus, revulsione, cucurbitula, cutis concisione sive scarnificatione (di cui non si conoscono edizioni singole curate dall'autore, ma solo stampe nelle Opera: Leida 1550; Venezia 1541, 1550, 1576, 1586, 1625; Lione 1643; ecc.).
Il B. visse fino alla metà del secolo, come si ricava da una lettera premessa da L. Pasini al suo De thermis patavinis (1552). Dotto di greco, citato come tale da Giglio Gregorio Giraldi, dal Giovio e da Mauro d'Arcano, segretario del cardinal Cesarini, che lo annoverava fra gli invitati ad una "cena alli poeti" offerta dal Muscettola a Roma nel 1531, il B. ebbe fama d'umanista, e anche come poeta non fu ignoto, se Paolo Giovio lo fece collaborare ai suoi Elogi (1548) con versi latini su Alberto Magno, Pandolfa Collenuccio e Alberto Pio da Carpi e sul condottiero Pietro di Navarra.
Fonti e Bibl.: P. Giovio, Elogia virorum literis illustrium, Venetiis 1546, ff. 5, 29 s., 52; Id., Elogia virorum bellica virtute illustrium, Florentiae 1551, p. 262; Id., Opera: Epistularum T. I., Romae 1956, pp. 90, 199 s., 209, 263; T. II, ibid. 1958, p. 81; M. D'Arcano, in Lettere facete e piacevoli, a cura di D. Atanagi, Venezia 1582, pp. 219-223; L. G. Giraldi, De poetis nostrorum temporum, II[1548], in Opera, II, Basileae 1580, p. 418; G.Pierio Valeriano, De literatorum infelicitate, Venetiis 1620, p. 49; L. Pasini, Lettera a G. B. Ramusio, in De Balneis,Venetiis 1553, f.197; C. Gesner, Appendix Bibliothecae, Tigurii 1555, c. 34r; Vanderlinden, De scriptis medicis, Amstelodami 1662, p. 168; A. Tiraquellus, De nobilitate, Venezia 1574, p. 132; P. Mandosio, Theatron seu de Archiatris pontificiis, Romae 1696, p. 67; G. Marini, Degli Archiatri Pontifici... i suplimenti e le correzioni, Roma 1784, I, pp. 314-16; II, pp. 266 s.; J. J. Manget, Bibl. Scriptorum medicorum, I, 1, Genève 1731, p. 223; N.-F.-J. Eloy, Dict. hist. de la médecine et des médecins, I, Liège 1755, p. 132; L. Allacci, Poeti antichi, Napoli 1661, p. 37; G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, II, 1,Brescia 1758, p. 76; A. M. Bandini, Catal. Cod. Graecorum Bibl. Laurentianae, III, Firenze 1770, col. 91; G. Tiraboschi, Storia della letteratura ital., VII, 4, Firenze 1812, p. 1399; A. Mongitore, Bibl. sicula, Panormi 1708, pp. 194 s.; G. Mira, Bibliografia siciliana, I, Palermo 1875, p. 67; G. Pitré, Medici, chirurghi... in Sicilia, Roma 1942, p. 61.