BIANCHI, Ferdinando
Nacque a Parma il 6 ag. 1854 da Francesco Saverio, giurista. Iscrittosi all'università di Siena, presso cui il padre era passato da quella di Parma nel 1873, il B. si laureò nel 1876 con un lavoro sulle Obligazioni solidali in diritto romano, che, pubblicato a Parma nel 1878, gli fece conseguire la libera docenza in diritto civile.
L'opera del B., tuttavia, nel suo complesso è caratteristica d'una fase ulteriore di transizione della scienza giuridica italiana, alla ricerca di nuovi moduli interpretativi, da adeguare al mutato contesto legislativo. In questo ambito il suo contributo non approdò certamente a risultati di rilievo, ma già i suoi primi lavori civilistici rilevano, nell'eclettismo con cui egli viene saldando la tradizione giuridica italiana del sec. XIX con le coeve esperienze straniere, e in particolare con quella tedesca, uno sforzo di puntualizzazione interpretativa niente affatto trascurabile.Entrato il padre nel 1880 a far parte della suprema Corte di cassazione di Roma, il B. fu chiamato dall'università di Siena a ricoprirvi per incarico la cattedra di diritto civile che questi aveva lasciato, passando poi a Macerata come straordinario della stessa materia. Ricevuto l'ordinariato nel 1884, l'anno seguente fu chiamato nuovamente a Siena e vi rimase fino al 1890, per passare definitivamente alla cattedra di diritto civile dell'università di Genova.
Il periodo senese fu il più intenso e fecondo dell'attività pubblica e scientifica del Bianchi. Nel 1886 veniva nominato preside della facoltà e l'anno seguente assumeva la condirezione degli Studi senesi insieme con M. Pampaloni; nel frattempo, eletto consigliere e assessore, si interessava anche dell'amministrazione comunale.
In stretto rapporto con la vita cittadina e con quella dell'Ateneo si svolsero i suoi interessi scientifici e didattici che, mentre lo portarono a prendere posizione contro un eventuale provvedimento di soppressione delle università minori (con un'interessante memoria pubblicata negli Studi senesi, dal titolo La riforma universitaria in rapporto alla soppressione delle università minori, VII[1890], pp. 69-84), d'altro canto contribuirono a far maturare in lui un forte interesse per l'insegnamento istituzionale del diritto civile che, se non mise mai capo ad una sua opera specifica, si tradusse tuttavia, sul piano dell'attività didattica, in un'iniziativa precorritrice, di rilievo anche scientifico: la creazione di un corso universitario di istituzioni di diritto privato, di cui egli ebbe per primo l'incarico.
Va messa pure in rilievo, in questo periodo, l'attività scientifica del B.: dai saggi pubblicati sugli Studi senesi (Sulla inalienabilità delle servitù prediali, III[1886], pp. 58-89; Le prime linee del sistema ipotecario italiano, III[1886], pp. 186-212; Garanzie di evizione nell'espropriazioni forzate, IV [1887], pp. 3-19)alla memoria su I limiti della proprietà privata nel diritto civile, Macerata 1884, e al suo lavoro più maturo, il Trattato delle servitù legali nel diritto civile italiano, Lanciano 1888.
Il distacco da una esegesi puramente formalistica, tipica della metodologia francese, si fa in questi ultimi lavori esplicito e vi prende il posto un tentativo più maturo di ricostruzione organica degli istituti, sul modello della scienza giuridica tedesca. Questo naturale e consapevole accostamento ad esperienze esegetiche nuove è testimonianza quanto mai significativa di quella tendenza che, nella scienza giuridica italiana, sarebbe divenuta predominante un decennio più tardi.
La libertà esegetica si riaffaccia nel commento del B. al diritto di famiglia. L'opera, che fu anche l'ultimo suo lavoro di impegno e che costituisce il quinto volume del suo Corso di diritto civile italiano, grande commentario al codice civile del 1865, curato dal padre Francesco Saverio, uscì col titolo Della parentela,dell'affinità e del matrimonio,spiegazione dei titoli IV e V del libro I (2 voll., Torino 1883-1896).
Il B. morì a Valera (Parma) il 20 ag. 1896; pochi mesi prima era stato chiamato dall'università di Bologna a ricoprire la cattedra di diritto civile.
Tra i suoi scritti minori vanno ricordati: Il diritto successorio in relazione agli ordinamenti sociali, Siena 1882; Del pegno commerciale, Macerata 1883; I contratti conclusi per telefono, Siena 1888; I contratti per corrispondenza e l'art. 36 del cod. di comm. in materia civile, in Studi in onore di F. Serafini, Torino 1892, pp. 87-112.
Bibl.: P. Rossi,F. B., in Studi senesi, XIII(1896), pp. 257-71; F. Ruffini, F. B., in Ann. dell'Univ. di Genova, 1896-97, pp. 149-154; P. Cogliolo,Commem. del prof. di legge F. B., ibid., 1897-98, pp. 137-150 (conbibl. completa degli scritti del B.); Noviss. Digesto Ital., II, pp. 388 ss.