Letterato italiano (Milano 1850 - Lugano 1919). Scrittore di idee socialiste, partecipò alla sommossa del 1898 e si rifugiò subito dopo in Svizzera. È uno degli esponenti laterali, ma non per questo meno significativi, della scapigliatura milanese, della quale espresse le punte più aspre e socialmente più risentite. Autore di poesie in lingua (Poesie e novelle in versi, 1887) e in dialetto (Bambann, 1891), è rimasto celebre soprattutto per il suo Canto dell'odio (1878) scritto in contrapposizione al carducciano Canto dell'amore; autore di racconti, tutti mediocri, fu librettista fecondo e scrisse, sempre in dialetto milanese, scenette e commedie (La Pina madamin, 1875; La statoa del sur Incioda, 1899) contribuendo largamente alla rinascita del teatro dialettale milanese che in quegli anni, con Cletto Arrighi ed E. Ferravilla, conobbe un periodo di vera fortuna.