Poeta ungherese (Bia, Budapest, 1928 - Budapest 2015). Dotato di una fantasia assai ricca, spesso si abbandona a libere visioni spaziali. Più moderno è in alcune opere epiche e vero poeta quando rimane in contatto con la realtà concreta. Opere: Szàrnyas csikò ("Puledro alato", 1949); A Sántha család ("La famiglia Sántha", 1951); Új versek ("Versi nuovi", 1952); A tékozló ország ("Il paese sprecato", 1954); A virágok hatalma ("Potenza dei fiori", 1956); A szent tűzözön regéi ("Leggende del sacro incendio", 1969); A halottak királya ("Il re dei morti", 1971); Írás egy jövendő őskoponyán ("Scrittura su un protocranio venturo", 1974). Ha scritto ancora: Halott feketerigó ("La morte del merlo", 1985); A lezuhaut Griffmadár ("Il grifone cadde giù", 2000); Az őrangyal és a szél ("L'angelo custode e il vento", 2003).