Regione del Turkestan, situata a O del Tian Shan e divisa amministrativamente fra l’Uzbekistan, il Tagikistan e il Kirghizistan (40.000 km2 con circa 2.000.000 di ab.). Si stende su una parte della vallata del Syrdar′ja. Ha clima continentale con venti frequenti. La zona montana è coperta di boschi, quella pedemontana ha vasti tratti spogli, e nel piano vi sono steppe e deserti. La popolazione è costituita da Sarti, agricoltori, e da Tagiki, allevatori nomadi. Resa fertile da grandiose opere di irrigazione, vi si coltiva cotone. Vi sono giacimenti di petrolio, di gas naturale e di carbone.
La parte sud-occidentale della regione forma una provincia dell’Uzbekistan (7100 km2 con 2.761.300 ab. nel 2002). È irrigata da una serie di corsi d’acqua canalizzati che scendono a ventaglio dal versante settentrionale dei Monti Alai. Grande diffusione vi hanno la cotonicoltura e la sericoltura. Il capoluogo, che ha pure nome Fergana (183.037 ab. nel 2001), sorge in una fertile valle, a E di Kokand. L’attività industriale conta impianti tessili, chimici e petrolchimici.
Ai piedi del monte Kuramin è la necropoli di Dasht-i Asht, una delle più grandi necropoli Saka. I tumoli di pietra coprivano da 1 a 3 tombe a fossa ovale o rettangolare. Nei corredi prevale la ceramica, ma sono numerosi i manufatti in bronzo, fra i quali una punta di freccia del 5°-4° sec. a.C., fondamentale come riferimento cronologico per tutta la necropoli. Le necropoli della F. meridionale (Aktan, Sufan, Valik, Kungay, Niyazbatir), rivelano un’amalgama tra la tradizione dei Saka e quella delle culture agricole indigene. Nella necropoli di Aktam (6°-4° sec. a.C.) i tumuli di età Saka sono di due tipi: kurgan singoli e ‘lunghi’, costituiti cioè da una fila di tumuli di dimensioni variabili accostati tra loro. I corredi funerari sono composti soprattutto da vasellame, in parte lavorato al tornio, punte di freccia in bronzo, coltelli, anelli e spilloni di ferro, nonché manufatti in pietra e osso.