Pseudonimo (tratto dal nome d'un paese della Mancia) con il quale è nota la scrittrice spagnola Cecilia Böhl de Faber (Morges, Vaud, 1796 - Siviglia 1877). Le sue opere narrative si collocano nell'ambito del localismo, nel quale il realismo e le suggestioni della narrativa francese della prima metà dell'Ottocento sono ricondotti entro precisi limiti regionali. L'Andalusia è, infatti, lo sfondo di La gaviota (1849), Clemencia (1852), La familia de Alvareda (1856) e di molte altre sue opere, tra cui: Un servilón y un liberalito, o Dos almas de Dios (1857), Elia y un verano en Bornós (1858) e i Cuadros de costumbres populares andaluzas (1852).