ferro
Metallo (densità 7,85 g/cm3, punto di fusione 1536 °C.), il più abbondante della Terra (costituisce il 34,6% della massa del pianeta e il 5% della crosta).
Il f. è un metallo bianco-argenteo, lucente, tenace, duttile e malleabile. In natura raramente si trova il f. metallico, mentre sono abbondanti i suoi composti, specialmente ossidi, idrossido, carbonato, solfuro. I più importanti minerali del f. sono la magnetite, l’ematite, la limonite, la siderite e la pirite.
Il minerale di f. rappresenta la base nella produzione di acciaio, che assorbe circa l’80% di questa risorsa. Gli acciai e le ghise derivano dall’unione del f. con il carbonio (leghe f.-carbonio), mentre le leghe del f. con elementi diversi dal carbonio (ferroleghe) sono impiegate in metallurgia allo scopo di introdurre nell’acciaio comune un certo quantitativo di uno o più elementi speciali, così da conferirgli determinate caratteristiche chimiche, fisiche e meccaniche. Gli acciai si distinguono, in base al loro impiego, in acciai di uso generale (per la realizzazione di un vasto numero di manufatti, sia laminati sia stampati o fucinati, quali lamiere, tubi, profilati, fili, piastre ecc.) e acciai speciali. Questa seconda categoria si divide a sua volta in acciai da costruzione, acciai inossidabili (utilizzati, per la loro ottima resistenza alla corrosione e alle temperature, nell’industria chimica e petrolifera, ➔ petrolifera, industria), acciai per utensili e acciai per usi speciali.
Tra i composti ferrici (composti che contengono f. trivalente) si ricordano il cloruro ferrico, che trova impiego come mezzo clorurante nella manifattura di altri composti del f., come catalizzatore, come mordente in tintoria, come agente coagulante-flocculante nei trattamenti delle acque, nell’industria ceramica e in medicina; l’idrossido ferrico, usato nell’industria chimica (➔ chimica, industria) per la purificazione delle acque e la preparazione di pigmenti; l’ossido ferrico, che costituisce uno dei principali componenti dei pigmenti del f. e si usa inoltre nella fabbricazione di semiconduttori. Tra i composti ferrosi (composti che contengono f. bivalente) i più importanti sono il cloruro ferroso, utilizzato nell’industria ceramica e in medicina, e l’ossido ferroso, che costituisce un prodotto intermedio nella riduzione dei minerali di f. all’altoforno (➔), per la fabbricazione della ghisa.
Il f., fin dall’antichità, è stato il metallo più utilizzato. Alla metà del 20° sec. i 4 maggiori produttori di minerali di f. (Stati Uniti, URSS, Svezia, Francia) fornivano oltre i 4/5 della produzione mondiale. Il rilancio dell’industria siderurgica (➔ siderurgica, industria), a partire dagli anni 1950, ha agito nel senso di una forte diversificazione produttiva. Numerosi Paesi dell’America Latina (Brasile, Cile, Messico, Perù), dell’Africa occidentale (Liberia, Mauritania), dell’Asia (India e Cina) e dell’Oceania (Australia), che prima producevano modestissimi quantitativi, hanno moltiplicato l’offerta a ritmi notevolissimi, acquistando posizioni di crescente rilievo nel commercio internazionale. La produzione mondiale di minerale di f. si aggira intorno ai 2,4 miliardi di t annue (2010) e i Paesi maggiori produttori sono Cina (900.000 t), Australia, Brasile, India e Russia. L’Australia è il Paese leader nell’esportazione.