fico (figo)
In If XV 66 tra li lazzi sorbi / si disconvien fruttare al dolce fico, significa propriamente il frutto la cui dolcezza si contrappone all'amaro dei sorbi. " Vuol sotto questa metafora l'autore intendere non esser convenevole che tra uomini rozi, duri, ingrati e di malvagia condizione, abiti e viva un uom valoroso, di gentile animo e di grande eccellenzia " (Boccaccio). Con lo stesso valore, nella forma ‛ figo ' (in rima), in If XXXIII120.
Figurato, sta a sugnificare, in genere - come del resto frequentemente nel linguaggio comico del Trecento - lo scarso valore, come in Rime LXXIII 13 / messa l'avre' 'n casa del conte Guido! Dove vale " con poco ", " con un' esigua dote ". La medesima accezione metaforica ha nelle locuzioni di Fiore LXXIII 5 Lo Schifo i' sì pregiava men ch'un fico, e CLVIII 8 'l cuor che n'ama un sol, non val un fico.
Ferdinando Salsano