FIGINI E POLLINI
Studio di architettura, costituito dal sodalizio professionale degli architetti Luigi Figini (Milano 1903-ivi 1984; v. App. II, i, p. 938) e Gino Pollini (Rovereto 1903-Milano 1991; v. App. II, ii, p. 570).
Formatisi entrambi al Politecnico milanese, fecero parte del Gruppo 7, polemico con l'accademismo della cultura ufficiale e sensibile, di contro, ai fermenti del linguaggio razionalista che andava diffondendosi in altri paesi europei. Negli anni Quaranta e Cinquanta F. e P. svilupparono la loro visione architettonica in una ricerca attenta e dinamica e con una disponibilità aperta alle istanze della cultura contemporanea, passando dai piccoli edifici isolati dei primi anni di attività ai grandi complessi, come quelli di Ivrea in via Castellamonte (1940), e di Milano in via Dessiè (1951, in collaborazione con G. Ponti) e in via Feltre (1957).
Nel campo dell'urbanistica la loro esperienza si completò poi con l'elaborazione del piano di Borgo Porto Conte, in Sardegna (1951-52), con le progettazioni del quartiere CEP a Bergamo (1959) e del quartiere Chiesa Rossa a Milano (1960). Fondamentale, comunque, per i due architetti fu la partecipazione alla ristrutturazione del complesso Olivetti di Ivrea, che durò dal 1932 al 1957 con quattro fasi consecutive di progettazione, di cui la terza (in collaborazione con A. Fiocchi) risale al 1947-49 e la quarta al 1956-57, conclusa dalla realizzazione della Fascia Servizi Sociali della Olivetti (1954-57), dove soluzioni aperte e comunitarie tendono a esprimere la funzione sociale a cui l'edificio è destinato inserendosi nel tessuto urbano di Ivrea e divenendone, poi, il centro civico. Diversa la scala e i problemi affrontati nella progettazione a Milano degli edifici in via Circo (1954-57) e in largo Augusto (1961-63, in collaborazione con C. Blasi) destinati ad abitazioni, e in via Hoepli (1955-57) destinati a uffici: tre episodi che appaiono complessivamente tesi alla sostituzione di vecchie strutture nel tessuto urbano.
Il profondo senso sociale che caratterizza tutta l'opera di F. e P. si accentua nelle opere a carattere religioso: nella Chiesa della Madonna dei Poveri a Milano del 1952-54, dove è raggiunta un'alta espressività modellando la luce che diviene materia stessa della costruzione, e ancora nella Chiesa del Quartiere CEP di Bergamo del 1961-63, dove, superando la rigidità d'impianto della chiesa preesistente, si propone una contaminazione tra schema centrale e longitudinale, in cui gli ambienti collaterali non si enucleano dallo spazio della navata ma, anzi, ne arricchiscono il percorso principale.
Negli anni Sessanta F. e P. si occupano dei nuovi stabilimenti che la Manifattura Ceramica Pozzi, nel quadro della industrializzazione del Mezzogiorno, realizza a Ferrandina e a Sparanise (nei pressi di Caserta, 1960-63, in collaborazione con C. Blasi). In entrambi questi complessi industriali gli elementi architettonici, seppure estremamente semplici ed essenziali, conferiscono un accento particolare alle soluzioni suggerite dai problemi tecnici e funzionali, contribuendo sensibilmente all'unità e alla coerenza degli impianti generali. Nel 1974, infine, realizzano Villa Guida a Guanzate, in provincia di Como, e nel 1976, per conto dell'IACP, un complesso abitativo a San Giuliano Milanese (in collaborazione con G. Marini). Vedi tav. f.t.
Bibl.: E. G. Tedeschi, Figini e Pollini, Milano 1959; C. Blasi, Figini e Pollini, ivi 1963; Architectural Design, agosto 1967; Controspazio, 4 (1974) e 6 (1977); Luigi Figini e Gino Pollini architetti, a cura di V. Savi, Milano 1980; Costruire, 130 (1982); L'Industria Italiana del Cemento, 6 (1984); Rassegna, 24 (1985) e 31 (1987).