FILETTO (fr. marelle; sp. tres en raya; ted. Mühlenspiel; ingl. nine men's Morris)
Giuoco da tavolino, chiamato anche smerelli, trex, tria, mulinello, ecc. Le sue origini si attribuiscono agli Orientali, e in varî paesi d'Oriente esso è stato infatti conosciuto. Fu noto anche ai Romani, ma s'ignora con qual nome. Ovidio ne ha lasciato una breve ma limpida descrizione (Trist., II, 481-2; Arsam., III, 365-6).
Due sono i giuochi di filetto ancora oggi in gran voga. Il primo è formato da 3 quadrati concentrici tagliati, eccetto il più piccolo, da due linee in croce come si vede tracciato sul rovescio delle comuni scacchiere. Si gioca in due con 9 pezzi ciascuno, di diverso colore. Si dispongono le pedine alternativamente a una a una sui punti d'intersezione; dopo messe si muovono da un punto all'altro contiguo della stessa linea, purché vuoto, di un solo tratto per volta; chi riesce a disporne tre del proprio colore sulla stessa linea fa filetto, e toglie all'avversario un pezzo: vince eolui che toglie all'avversario tutti i pezzi. Quando un giocatore resta con soli 4 pezzi ha facoltà di muoverli saltando, cioè portandoli in un punto qualunque della tavola anche lontano o su di un'altra linea purché sia vuoto. PuÒ accadere che rimangano con 4 pezzi entrambi i giocatori e che nessuno possa più vincere: in tal caso il giuoco è patto.
L'altro giuoco di filetto è più semplice. È formato da un solo quadrato tagliato da 4 linee in croce. Si giuoca con 3 pezzi per parte e vince colui che prima riesce a disporli sulla stessa linea l'uno di seguito all'altro. Questo è il giuoco conosciuto dai Romani e descritto da Ovidio.