FILIPPINE (XV, p. 292; App. I, p. 595; II, 1, p. 939; III, 1, p. 613)
La Repubblica delle F. (Republika ñg Pilipinas) si è data il 17 gennaio 1973 una nuova Costituzione, che stabilisce la divisione dei poteri tra presidente dello Stato, primo ministro e Assemblea legislativa, ma che di fatto non è entrata in vigore. La repubblica si divide amministrativamente in 73 province; fa parte dell'ONU, della seato e del Piano di Colombo.
L'arcipelago delle F., che conta circa 7100 isole, è notoriamente colpito con frequenza da tifoni, terremoti e inondazioni, e talora dall'eruzione di qualcuno dei suoi numerosi vulcani. Tali eventi hanno causato nell'ultimo quindicennio diverse migliaia di vittime: citeremo, per es., i tifoni abbattutisi nel 1970 sulle isole di Luzon e Mindanao (circa 1100 morti), e quello del novembre 1964 sulle isole meridionali; il terremoto dell'agosto 1976 con oltre 6000 morti; l'eruzione del vulcano Taal (60 km a S di Manila) nel 1965. Vittime e gravissimi danni apportò l'inondazione del luglio 1972 nella pianura centrale di Luzon.
La popolazione è aumentata fortemente nell'ultimo ventennio, passando da 27.088.000 ab. nel 1960 a 36.684.000 nel 1970 e a 42.517.000 nel luglio 1975, con un incremento complessivo 1960-75 del 45%; la densità media (misurando l'area dello stato 300.000 km2) è salita a 142 ab. per km2. L'aumento si deve all'alta natalità (più del 40‰?; purtroppo i valori dei tassi di natalità e mortalità riferiti da varie fonti sono molto incerti, mentre è sicuro per gli ultimi anni un incremento annuo di circa il 3%). Il maggior progresso numerico ha segnato la popolazione urbana (ma i dati offerti ordinariamente si riferiscono ai "municipii", non alle città in senso proprio, e talvolta la differenza è considerevole). La capitale, Quezon City, in continuità topografica con Manila, è passata da 398.000 ab. nel 1960 a 995.000 nel 1975, Manila da 1.139.000 a 1.438.000, Davao da 225.000 a 516.000, Cebu da 251.000 a 419.000, Iloilo da 151.000 a 233.000 ab., ecc.
Dei più di 70 linguaggi parlati nelle F., il tagalog, parlato nella parte centrale di Luzon, compresa Manila, fu scelto nel 1946 a lingua ufficiale, per farne la lingua nazionale di tutto il paese, denominata pilipino. Sia per diffusione spontanea, sia per l'insegnamento nelle scuole, già nel 1960 il 44% della popolazione poteva parlare il tagalog, che a ogni modo serve di lingua franca in tutto lo stato, insieme con l'inglese, conosciuto dai due quinti degli abitanti (lo spagnolo invece si è ridotto in assoluta minoranza anche come lingua franca, nota ad appena il 2% della popolazione). L'istruzione elementare è molto diffusa, tanto che per il 1970 i dati ufficiali limitavano l'analfabetismo al 16,6% delle persone in età superiore a 10 anni (40% nel 1948). A livelli più elevati l'insegnamento è impartito in tagalog o in inglese.
Il cattolicesimo romano resta la religione della massima parte dei Filippini, con 31.170.000 seguaci nel 1970 (su 36.684.000 ab.), ossia l'85%, nonostante la presenza di due Chiese cattoliche locali, gli Aglipayani (1.435.000) e gli aderenti alla "Iglesia ni Kristo" (475.000), e circa il 3% di protestanti (1.125.000). Ma dopo i cattolici romani la comunità religiosa più forte è tuttora quella musulmana (1.585.000 nel 1970, cioè il 4,3%) concentrata soprattutto nelle Is. Sulu e in parte di Mindanao, essa reclama ora l'istituzione di una regione autonoma.
L'economia filippina continua a fondarsi sull'agricoltura, sebbene la popolazione agricola sia proporzionalmente diminuita (48,5% delle persone economicamente attive). I prodotti, molto vari, restano fondamentalmente gli stessi e la produzione di quelli più importanti è aumentata, ma non tanto da tener testa all'incremento demografico per quanto riguarda gli alimenti più comuni; la produzione nazionale di riso, come del resto del pesce, cibi fondamentali della nutrizione popolare, dev'essere integrata con l'importazione.
Le terre coltivate prendono il 37,2% della superficie totale (8.650.000 ettari di colture seminative o tuberose, 2.490.000 ha di legnose o affini) e le foreste il 46,3%; l'area di queste ultime si va però riducendo, in seguito all'intenso sfruttamento. La produzione del riso, minore di 40 milioni di q annui verso il 1960, è salita a quasi 56 milioni nel 1974, quella del mais è quasi raddoppiata (circa 23 milioni di q). Tali quantità sono conseguite con l'ampiezza dell'area a coltura, mentre i rendimenti rimangono molto bassi; i progressi tecnici sono lenti. Le altre principali produzioni alimentari sono: banane, con 11,5 milioni di q all'anno, quasi totalmente destinate al consumo interno, perché di qualità non pregiata; patate dolci 6,5 milioni di q, manioca 4.800.000 q, ananassi 4 milioni; seguono yam, arachidi, pomodori, fagioli, agrumi, ecc. Fondamentale per l'esportazione è la coltura della canna da zucchero, con una resa in zucchero di 24.500.000 q nel 1974, e non indifferente la produzione del caffè, oltre mezzo milioni di q annui.
Tra i prodotti non alimentari, quelli forniti dalla palma del cocco, diffusa in tutte le zone costiere, vengono in prima linea, consentendo una cospicua esportazione: copra (15 milioni di q nel 1974), noci, olio. Il raccolto di tabacco, in genere di ottima qualità, è un po' aumentato (785.000 q nel 1974) e la canapa di Manila, prodotta dall'acabà, sembra ora in ripresa (870.000 q nel 1974); scarsa la produzione di altre fibre vegetali e del caucciù.
Nell'allevamento del bestiame di grossa mole, usato per la trazione, prevalgono nettamente i bufali, con circa 5 milioni di capi nel 1974, sui bovini, 2.200.000. La funzione alimentare è rimessa ai numerosi suini (9.300.000 capi), alle capre (1.300.000) e al pollame. La pesca è avvantaggiata dalla pescosità dei mari adiacenti, ma è poco praticata quella d'altura; recano invece un certo contributo (10-15%) le catture nei laghi, stagni e pozze artificiali, molto numerose. Nel 1974 la produzione globale ascese a 13 milioni di q, tuttavia insufficienti al consumo, come si è detto.
Ottima risorsa delle F. sono le foreste, che dànno legname ordinario e pregiato (specialmente il mogano), prodotto soprattutto da alcune specie di Dipterocarpacee. Il legname alimenta numerose segherie e oggi anche la fabbricazione di compensati. La produzione, stimata a 4,5 milioni di m3 nel 1956, è salita a 10,5 milioni nel 1973, per due terzi esportata.
Nonostante la grande varietà di minerali metalliferi, la produzione mineraria appare in complesso ben modesta; fa spicco solo la produzione del rame, per il valore della produzione (225.000 t di rame metallico contenuto nei minerali estratti nel 1974) e poi il cromo. Seguono ferro (1.600.000 t di metallo), oro (16.700 kg), argento (53.000 kg), ecc.
L'industria va sviluppandosi lentamente, ma rimane ben addietro ai bisogni. Accanto alle industrie destinate al trattamento dei prodotti agricoli (riso, canna da zucchero, noci di cocco, tabacco) e forestali (compensati, mobili) hanno progredito assai la filatura e tessitura del cotone, il cementificio, la produzione di alcuni prodotti chimici e di fertilizzanti. I bisogni energetici sono coperti in massima parte con centrali elettriche servite da prodotti petroliferi, poiché lo sfruttamento delle ingenti risorse idriche è ancora molto parziale (appena una quindicina di centrali).
Rade le vie di comunicazioni, eccetto se mai in Luzon e in qualche isola minore. Mentre le vecchie linee ferroviarie sono da tempo immutate (1030 km), la rete delle strade ordinarie si è rapidamente allungata, ma in massima parte è priva di moderna pavimentazione. Gli autoveicoli sono in breve tempo saliti a 517.000 nel 1973 (tre quinti autovetture, uno ogni 78 abitanti). Data la gran dispersione del territorio, l'aviazione interna è molto attiva e dispone di oltre un centinaio di aeroporti; dopo Manila, che assorbe la massima parte del traffico aereo internazionale, gli aeroporti principali sono a Bacolod, Mactan, Cagayan de Oro, Davao. Le F. posseggono una propria flotta mercantile (nel 1975: 413 navi di oltre 100 t, per una stazza lorda di 880.000). Anche per la navigazione marittima il porto di Manila prende più della metà del traffico con l'estero.
Il commercio estero è cresciuto rapidamente negli ultimi anni e il valore delle importazioni ha sorpassato quello delle esportazioni: 3055 milioni di dollari SUA nel 1976 contro 2189 milioni. Alle esportazioni le maggiori voci sono il legname e i legni compensati, poi zucchero, concentrati di rame, copra e olio di cocco, cui seguono a distanza ananassi inscatolati, canapa di Manila, ecc. Nelle importazioni prevalgono petrolio e derivati, macchinari e articoli elettrici, metalli, veicoli, prodotti chimici, cereali e farine, fibre tessili. Gli scambi si svolgono essenzialmente col Giappone e con gli Stati Uniti (75% delle esportazioni e 55% delle importazioni nel 1973).
Bibl.: Fr. L. Wernstedt e J. E. Spencer, The Philippine Island world. A physical, cultural and regional geography, Berkeley & Los Angeles 1967; L'économie philippine, in Notes et documents, nn. 3831-32, Parigi 1971; T. M. Burley, The Philippines. An economic and social geography, Londra 1973.
Storia. - Alle elezioni parziali del 1959, il partito nazionalista del presidente Garcia ottenne la vittoria impostando la campagna elettorale sullo sganciamento economico dagli Stati Uniti. Tutti gli sforzi del nuovo governo si concentrarono nel tentativo di togliere le leve del potere economico dalle mani dei cinesi residenti, mediante una dura politica di oppressione.
Le successive elezioni generali del novembre 1961 videro il successo del candidato liberale D. Macapagal, il quale si trovò ad affrontare due gravi crisi: il voto contrario del Congresso degli Stati Uniti a un prestito di 73 milioni di dollari, motivato dal fatto che questo sarebbe stato indirizzato verso iniziative tutt'altro che fondamentali e produttive per la struttura economica del paese; e le dimissioni del vice presidente e ministro degli Esteri Pelaez, accusato di corruzione. Il diffuso disagio per il deteriorarsi della situazione economica e per la corruzione politica portò alla presidenza della repubblica, con le elezioni del 1965, il leader del partito nazionalista, F. Marcos. La sua piattaforma programmatica prevedeva un rapido decollo economico mediante l'industrializzazione e un piano quadriennale d'investimenti da effettuarsi nei settori privati prioritari: industria chimica e meccanica, lavorazione del legname, ecc. La situazione economica migliorò e nel 1969 Marcos venne rieletto presidente. Suoi nuovi e più ambiziosi obiettivi erano la riforma agraria, la stabilizzazione della moneta e l'integrazione delle strutture. Tuttavia il perdurare della corruzione e delle disuguaglianze sociali provocarono agl'inizi del 1970 gravi disordini. Nel medesimo tempo, nell'isola di Luzon, riprendeva la guerriglia Huk alimentata dai contadini, e a Mindanao i contrasti latenti tra comunità cristiana e musulmana, soggetta questa a discriminazioni e fautrice di uno stato islamico separato, sfociavano in sanguinosi massacri. Nel corso del 1972 la guerriglia si estendeva e Marcos ne approfittava per concentrare tutti i poteri nelle mani di uomini a lui devoti. Il 7 luglio 1972 veniva convocata un'Assemblea Costituente che approvava la sostituzione del regime presidenziale con un sistema parlamentare monocamerale. Nel gennaio 1973 le F. diventavano una repubblica parlamentare; il potere rimase tuttavia nelle mani del presidente Marcos.
In politica estera, dopo aver costituito nel 1961 con la Thailandia e la Malesia l'ASA (Associazione degli Stati dell'Asia sudorientale) di tendenza chiaramente filo-americana, le F. cercarono sotto la presidenza Macapagal di acquistare una maggiore autonomia nei confronti degli Stati Uniti. Il successore Marcos imponeva inizialmente una linea anticomunista inviando uomini in Sud Vietnam. Si adoperava tuttavia per trovare una soluzione politica al conflitto vietnamita indicendo a tale scopo nell'ottobre 1966 una conferenza a Manila che non raggiunse alcun risultato.
Nel 1968, in seguito al contrasto per Sabah (Borneo settentrionale) su cui le F. avanzavano diritti, Manila ruppe le relazioni diplomatiche con la Malaysia. Agl'inizi degli anni Settanta la politica estera di Marcos si adeguava alla dottrina Nixon che proclamava il ridimensionamento dell'impegno americano in Asia. Il contingente inviato nel Sud Vietnam veniva ritirato, gli accordi militari con gli Stati Uniti venivano rinegoziati e si riallacciavano rapporti con i nemici di un tempo, prima tra tutti, la Repubblica popolare cinese.
Bibl.: G. F. Zaide, The Republic of the Philippines: history, government and civilisation, Manila 1963; O. Corpuz, The Philippines, New Jersey 1965; C. Landè, The structure of Philippines politics, New Haven 1965; H. F. Golay, The United States and the Philippines, New Jersey 1966.