Pittore e scrittore italiano (Ferrara 1896 - Milano 1956), una delle figure più interessanti della pittura italiana contemporanea e nello stesso tempo fra le più difficili a definirsi, perché interamente al di fuori degli schemi correnti. Dipinse soprattutto paesaggi, nature morte, interni, ritratti. Il suo stile è rimasto coerente in tutta la lunga carriera, non inconsapevole delle correnti moderne, guardate con garbata ironia.
Di antica famiglia ferrarese ebbe educazione raffinata ed elegante. Laureato in lettere, cominciò a dipingere nel 1916, quando si trovavano a Ferrara Carrà, De Chirico, Savinio. Le sue prime opere risentono del clima della pittura "metafisica", con un colore ricco, elegante, con un taglio meditato, quasi quattrocentesco (Paesaggio, 1917, Milano, raccolta Mazzotta). Poco dopo a Roma incontrava Spadini ed egli era ancora così spregiudicato e poco incline a una impostazione preconcetta da saper cogliere il valore dei consigli del vecchio maestro, orientandosi verso una pittura assolutamente libera, gioiosamente priva di programmi, intimamente goduta. A Parigi, dove visse molti anni, ebbe modo di apprezzare Bonnard, Vuillard, Matisse, di studiare Monet e Sisley, benché la sua pittura, coltissima, pur nel felice colorismo del tocco, rapido e impreveduto, sottintenda una notevole conoscenza dell'arte del Seicento e del Settecento e consenta, così, brillanti interpretazioni dell'architettura e delle vedute di città, specialmente di Venezia e di Parigi. Scrisse: Prose (1920); Il Signor Luigi B. (1920); La città delle cento meraviglie (1921); Poesie (1940, n. ediz. 1953), fra crepuscolari e impressionistiche, di notevole valore artistico, interessanti anche a svelare alcuni tratti più poetici della sua pittura.