Filippo IV il Bello, re di Francia
Un re francese contro la supremazia del papato
Filippo IV, detto il Bello, regnò sulla Francia per quasi un trentennio tra il 13° e il 14° secolo. Si impegnò in un drammatico conflitto con papa Bonifacio VIII e in seguito, per asservire il papato ai propri interessi, riuscì a farne trasferire la sede in Francia, ad Avignone. Altra sua spregiudicata iniziativa fu la soppressione dell'ordine religioso-militare dei templari per incamerarne le grandi ricchezze
Filippo nacque nel 1268, figlio del re di Francia Filippo III l'Ardito e di Isabella d'Aragona. Nel 1285 divenne re in una situazione tutt'altro che tranquilla. La Francia era sfinita da decenni di conflitti ininterrotti e si trovava ancora impegnata contro gli Aragonesi al fianco degli Angioini, i quali tentavano di conservare il dominio sulla Sicilia ribellatasi nel 1282 con la rivolta nota come i Vespri siciliani.
Continuavano poi i contrasti col regno inglese, che nel 1294 si tramutarono in una guerra aperta, conclusasi nel 1299 con una pace raggiunta anche grazie all'appoggio di papa Bonifacio VIII. Una sollevazione scoppiata nelle Fiandre mise dopo poco ancora in difficoltà Filippo IV, che nel 1305 si trovò costretto a riconoscere ampie autonomie ai signori feudali di quella regione.
Furono le difficoltà economiche del regno a spingere Filippo il Bello contro il papa (Chiesa). Il re decise infatti di imporre il pagamento delle tasse anche al clero di Francia e Bonifacio VIII rispose con la bolla del 1296 con la quale si minacciavano di scomunica sia i laici che chiedevano contribuzioni ai chierici sia i chierici che le avessero pagate. Filippo ribatté proibendo la fuoruscita di oro e d'argento destinati a Roma. Il papa parve allora risolversi a più miti consigli, ma fu un'illusione. Lo scontro si riaccese dopo poco: il re arrestò un inviato papale e Bonifacio VIII convocò nel 1301 un concilio.
La tensione montò ancora quando Filippo IV chiamò a raccolta ‒ era la prima volta che questo avveniva ‒ tutti i ceti (classi e ceti sociali) francesi (aristocrazia feudale, clero e borghesia cittadina) e ruppe ogni rapporto con Roma. Bonifacio VIII di contro promulgò nel 1302 una bolla, la Unam Sanctam ("Una Santa"), nella quale riaffermava la superiorità della Chiesa e del suo pastore su ogni altro potere: solo Dio poteva giudicare il papa.
Filippo IV decise così di passare all'azione e dispose la cattura di Bonifacio VIII. Nei suoi piani, il papa avrebbe dovuto essere condotto innanzi a un concilio che, dopo averlo posto in stato d'accusa, l'avrebbe infine destituito. Un suo inviato, Guglielmo di Nogaret, con l'aiuto della famiglia degli Sciarra Colonna si introdusse nel settembre 1303 nel palazzo papale di Anagni, vicino Roma. Bonifacio VIII era lì ad attenderli, seduto sul trono: alla richiesta di dimettersi, pena la vita, avrebbe risposto in italiano volgare agli aggressori "ec le col, ec le cap", ossia "ecco il collo, ecco il capo". Il papa non avrebbe in realtà subito alcuna offesa fisica, anche se l'episodio è noto come lo schiaffo di Anagni. Qualche giorno dopo la folla liberò il papa che però, dopo poco più di un mese, spirò.
Dopo un breve pontificato di transizione, Filippo IV ottenne l'elezione di un papa a lui favorevole, Clemente V, che per suo ordine trasferì la sede del papato in Francia, ad Avignone.
Clemente V obbedì al sovrano anche quando questi gli ordinò di sopprimere l'ordine religioso-militare dei templari. L'obiettivo di Filippo IV era molto chiaro: desiderava incamerare gli ingenti beni dei cavalieri e, insieme, liberarsi del suo principale creditore, lo stesso ordine, che aveva anticipato al re cospicue sostanze.
Nel 1312 ottenne la desiderata soppressione, mentre non riuscì a vedere la fine del processo per eresia istruito contro i templari nel 1307, perché questo era ancora in corso quando il sovrano morì (1314). Aveva però fatto intanto imprigionare il maestro dell'ordine, Jacques de Milay, e tutti i cavalieri, che furono poi condannati ad atroci torture e al rogo.