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GILIJ, Filippo Salvatore

di Guido Gregorio Fagioli Vercellone - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 54 (2000)
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GILIJ, Filippo Salvatore (anche Gili, Gilii, Gilj, Gilli; Gilij, la forma più usata, è accolta dal Sommervogel e nel frontespizio del Saggio; l'atto di battesimo reca De Giliis)

Guido Gregorio Fagioli Vercellone

Nacque a Legogne di Norcia il 26 luglio 1721 da Pietro Antonio e da Caterina, di casato incerto (probabilmente Marignoli). Sulla prima formazione nulla risulta; il 28 ag. 1740 fu ammesso nella provincia romana della Compagnia di Gesù; destinato già nel 1741, quando ancora studiava nelle scuole della Compagnia, alle missioni nell'America Latina, partì da Cadice nel 1743, come membro d'un gruppo di missionari guidato da padre J. Gumilla, con il quale si legò di strettissima amicizia. Dall'estate 1743 prima seguì i corsi di teologia nell'Università saveriana di S. Fe di Bogotà, come allievo del padre S. Torres, poi per tre anni v'insegnò retorica: di quel periodo conservò poi sempre un ricordo vivo e grato.

Dopo l'ordinazione sacerdotale (1748) fu inviato alle missioni nella zona dell'Orinoco, e nei successivi 18 anni si dedicò all'esplorazione e all'evangelizzazione dell'interno selvaggio e semisconosciuto del paese, con una tenacia e una dedizione che lo resero leggendario fra i residenti della colonia. Fu fra le popolazioni dei Pareques, dei Maipures e dei Tamanacos e tra questi ultimi formò (1749) il primo nucleo della riduzione dell'Orinoco (presso l'odierno insediamento di Moitaco), da lui detta Reducción de San Luís Gonzaga, ma conosciuta dagli Spagnoli come la Encaramada, e dalla maggior parte degli indigeni come Peramana; i Tamanacos la denominarono Guaya, per la vicinanza di un fiume di quel nome. Il G. ottenne risultati di evangelizzazione notevolissimi; riuniti fino a trecento tamanacos e maipures, li difese da angherie dei funzionari governativi: il che gli procurò risentimenti e tensioni, anche all'interno della sua provincia missionaria (della quale fu superiore per cinque anni). I suoi successi furono anche dovuti all'aver egli appreso perfettamente e in poco tempo le principali lingue del posto; inoltre la sua pratica della medicina, nella quale si servì anche di piante e metodi curativi locali, gli procurò la fiducia degli indigeni. Ebbe per validi collaboratori il confratello G. Forneri, detto il missionario ambulante, e A. Salillas. Tra 1756 e 1766 il G. compì spedizioni in territori ancor più interni e sconosciuti, correndo gravissimi pericoli. La prammatica sanzione di Carlo III contro i gesuiti (1767) interruppe bruscamente la sua opera, costringendolo a lasciare l'America. Le fonti gesuitiche lo dicono deportato, ma il G. fu forse trattato meno duramente dei confratelli espulsi: lasciati i suoi indios, che lo "despidieron entre lagrimas" (Salazar, p. 249), fu per mesi nel convento francescano di La Guaira.

Giunto in Italia nel 1768, come molti confratelli si recò nei territori pontifici; fu a Viterbo e Macerata, e dal 1769, come rettore dei collegi dei gesuiti, a Montesanto (Potenza Picena) e Orvieto. Dopo la soppressione della Compagnia (1773) fu soprattutto a Roma, dove prese a compilare la sua opera maggiore, il Saggio di storia americana, servendosi del materiale raccolto negli anni di missione. La protezione e l'amicizia dell'ambasciatore spagnolo presso la S. Sede, J.N. de Azara, gli permisero di consultare molte fonti di difficile accesso nelle biblioteche e negli archivi romani, e perfino di ottenere una pensione vitalizia dal re di Spagna, con la motivazione "en atención del loable empeño que ha tomado, de escribir en italiano la historia del Orinoco, vindicando a nuestra nación y a su gobierno de las calumnias con que los escritores extranjeros procuran denigrarla" (Saggio, IV, p. XI).

L'opera apparve a Roma dal 1780 al 1784 col titolo Saggio di storia americana, o sia Storia naturale, civile e sacra de' Regni e delle provincie spagnole di terra-ferma dell'America meridionale (I-IV, con tre incisioni e una carta geografica nel I, cinque incisioni e una carta nel II, una carta nel IV). Il primo volume (pp. XLIV-356) tratta Della storia geografica enaturale delle provincie dell'Orinoco; il II (1781, pp. XVI-400) De' costumi degli Orinochesi; il III (1782, pp. XVI-430) Della religione edelle lingue degli Orinochesi e di altri Americani; il IV (pp. XX-490) dello Stato presentedi terra-ferma. Nell'appendice al vol. IV il G. fornì (pp. 411-490) un'accurata nota storica e geografica delle suddivisioni giurisdizionali del Vicereame (Cumanà, Caracas, Maracaybo, Santa Marta, Cartagena, Chocó, Mariquita, Neiva, Antioquia, Papayan, Girón, Tunja, Santa Fe, Llanos de San Jaron e Santiago de las Atalayas). Una traduzione in tedesco dell'opera, dell'abate F.S. Veigl, apparve a Norimberga nel 1798 come Nachricht von den Sprachen der Völker am Orinokoflusse…, ma la parte relativa agli idiomi degli indios era già stata tradotta e pubblicata da C.G. von Murr (Reisen einiger MissionarienderGesellschaft Jesu in Amerika, Nürnberg 1785).

In generale il G. tenne una posizione d'equilibrio nella disputa allora in corso sui caratteri delle popolazioni e culture amerindie e su quelli del contesto geografico e bio-zoologico delle Americhe in rapporto al Vecchio Mondo. Particolarmente importante, e ancor oggi decisivo fu il suo contributo alla conoscenza delle lingue indigene (del gruppo aruachi), ma i dati che fornì restano fondamentali anche per l'antropologia culturale della zona dell'alto Orinoco. Le vicende storiche della fine del secolo XVIII e dell'inizio del XIX bloccarono il progetto d'una traduzione spagnola, impedendo quindi la conoscenza del Saggio nell'America Latina, dove l'opera giunse in pochissimi esemplari. Da questo un oblio prolungato, e lo stupore degli americanisti quando, nel 1947, J.A. Salazar praticamente riscoperse un lavoro di tale mole e qualità: l'"increible olvido" fu attribuito sia al fatto che dopo l'indipendenza in Colombia e Venezuela v'era stato poco interesse per il periodo coloniale, sia a quello che il lavoro era stato pubblicato in italiano. Nell'America meridionale era invece diffusa un'opera analoga dell'antico superiore del G., il p. Gumilla, El Orinoco ilustrado y defendido (Madrid 1741), molto anteriore al Saggio; era però frutto di soli quattro anni di preparazione e ricerche ed era di mole molto minore del lavoro del G., elaborato per oltre vent'anni e di completezza molto superiore (anche se i due autori, amici e confratelli, avevano in qualche modo collaborato). Spesso il G., metodico e cauto, corregge il Gumilla, più credulo e meno critico, anche in termini vivaci, come nel caso dell'esistenza di "El Dorado" o del popolo delle Amazzoni. Il Saggio in parte rivela la sua personalità e fornisce dati biografici altrimenti irreperibili: lo mostra di salute delicata, complessione debole e vista corta, ma infaticabile, ordinato, osservatore attento e quasi maniacale nell'analisi delle lingue indigene (preparò una Grammatica et dictionariumlinguarum Majpurensis et Tamanacanae, che non risulta pubblicata).

Del G. si conoscono alcune pubblicazioni minori: traduzioni (Novena dell'apostolo delle Indie s. FrancescoSaveriocomposta in lingua spagnola dal padre F. Garcia, tradotta ora di nuovo in italiano da un devoto del medesimo santo, Foligno 1787 e Bologna 1791; Novena in onore del glorioso patriarca s. Ignazio Loyola composta dal padre dottore Francesco Saverio Lezceno in lingua spagnola nel Messico 1749 e riportata nell'italiano da un divoto di detto santo, Bologna 1782); tre lettere inserite da L. Hervas y Panduro nel suo Idea dell'universo (Cesena 1778-87, XVII, pp. 48 s., da Roma 25 marzo 1784, e p. 65, da Roma 3 apr. 1784; XVIII, pp. 80-82, da Cesena 20 marzo 1785; ma nell'opera vi sono anche altri riferimenti al Gilij).

Il G. morì a Roma nel 1789; giorno e mese non sono attestati.

Fonti e Bibl.: Norcia, Arch. della Curia vescovile, Parrocchia di S. Martino di Legogne, Registro I dei battesimi, p. 141. Il punto degli studi sul G. si trova in un fascicolo della rivista Montalban (Caracas), 1989, n. 21, interamente dedicato al Gilij. Vedi inoltre: L. Springel, Nachrichten von Guyana, Orenokefluss und dortig Wild, Hamburg 1785 (dà un estratto dell'opera del G.); P. Amat di S. Filippo, Biografia dei viaggiatori italiani colla bibliografia delle loro opere, Roma 1882, ad vocem; C. Sommervogel, Bibliothèque de la Compagnie de Jésus, III, coll. 1415 s.; XI, coll. 1343, 1364; R. Streit - D. Didinger, Bibliotheca missionum, Münster-Aix-la-Chapelle 1916, III, pp. 302-304, 313 s., 344; VIII, p. 14; XXVI, pp. 103, 121, 339, 375; G. Kratz, Gesuiti italiani nelle missioni spagnole, in Archivum historicum Societatis Iesu, XI (1942), p. 42; J.A. Salazar, El padre G. y su "Ensayode historia americana", in Missionalia Hispanica, IV (1947), pp. 249-328; J. Restrepo Posada, Un interesante libro sobre el Nuevo Reino de Granada, in Boletín de historia y antigüedades (Bogotà), 1948, nn. 407-408, p. 453; R.A. Rodriguez, Sobre la personalidad de Felipe Salvador G., in El Universal (Caracas), 9 marzo 1949; G. Giraldo Jaramillo, Notas bio-bibliograficas sobre el padre F.S. Giliy y su "Saggio di storia americana", in Id., Estudios historicos, Bogotà 1954, pp. 147-176; Id., Bibliografia de bibliografias colombianas, Bogotà 1954, p. 158; A. Tovar, intr. a F.S. Gilij, Ensayo de historia americana, I, Caracas 1965, pp. XI-XXXII; Documentos jesuíticos relativos a la historia de la Compañía de Jesús en Venezuela, I-III, a cura di J. del Rey Fajardo, Caracas 1966-74, ad indices; M. Battlori, La cultura hispano-italiana de los jesuítas expulsos…, Madrid 1966, ad indicem; J.M. Pacheco, La expulsión de los jesuítas del Nuevo Reino de Granada, in Revista de Indias, XXVIII (1968), pp. 113-115, 351-381; A. de Humboldt, Viaje en las regiones equinocciales del Nuevo Continente, Caracas 1981-82, II, p. 185; III, pp. 171, 310, 321 s.; La disputa sul Nuovo Mondo, storia di una polemica: 1750-1900, a cura di A. Gerbi, Milano-Napoli 1983, ad indicem; Diccionario de historia de Venezuela, II, Caracas 1988, pp. 208, 603 (J. Del Rey Fajardo); J. Olza, El padre F.S. G. en la historia de la lingüística venezolana, in Paramillo, VIII (1989), pp. 349-449; F. Meregalli, F.S. G. e l'antropologia culturale, in Italia e Spagna nella cultura del '700, Roma 1992, pp. 163-172; Misiones jesuíticas en la Orinoquia (1625-1767), San Cristóbal 1992, ad indicem; A. León de D'Empaire, F.S. G.: nuevas perspectivas americanas en la crónica dieciochesca, Caracas 1993; Biographical Dictionary, VIII, London 1853, p. 29; Nouvelle Biographie générale, XX, Paris 1857, pp. 521 s.; G. Casati, Diz. degli scrittori d'Italia, III, Milano 1934, p. 176; British Museum General Catalogue, X, p. 588; U.E. Imperatori, Diz. di italiani all'estero dal sec. XIII sino ad oggi, Genova 1956, ad vocem; Dict. d'hist. et de géographie ecclésiastiques, XX, col. 1349.

Vedi anche
tedesco Il complesso dei dialetti della famiglia germanica occidentale, diffusa come lingua nazionale e ufficiale nelle attuali Germania, Austria e parte della Svizzera (➔ Germania). gesuiti Religiosi appartenenti alla Compagnia di Gesù (Societas Iesu), ordine di chierici regolari fondato da s. Ignazio di Loyola. Gli inizi della Compagnia risalgono al 1534 quando s. Ignazio con P. Fabro, Francesco Saverio, D. Laínez, A. Salmerón, S. Rodríguez, N. Bobadilla, gettò a Parigi le prime basi della ... principato Il governo esercitato da un principe; il territorio soggetto alla giurisdizione di un principe o di un sovrano assoluto. 1. Il principato dell’antica Roma Con riferimento all’esperienza giuridico-politica di Roma antica, il termine principato indica la prima fase dell’età imperiale, sorta dal compromesso ... università università Istituto scientifico e didattico di ordine superiore che ha potere di conferire un riconoscimento giuridico particolare a chi ha fruito dell’insegnamento impartito all’interno di esso dai docenti delle varie materie. 1. Le universita degli studi nella storia Nell’antichità classica non ...
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