TURATI, Filippo
Uomo politico, nato a Canzo (Como) il 26 novembre 1857, morto a Parigi il 29 marzo 1932.
Esordì nel 1883 con due opuscoli Il delitto e la questione sociale e lo Stato delinquente e nel 1885 si unì con Anna Kuliscioff, una nihilista russa che aveva finito con l'adottare le dottrine di Marx. Insieme collaborarono alla rivista sociale Cuore e critica, che era stata fondata nel 1886 da A. Ghisleri e che essi trasformarono (1891) nella rivista Critica sociale, di cui T. divenne direttore-proprietario. Nel 1892 T. fondò con altri amici a Genova il partito socialista italiano e il 14 giugno 1896 fu eletto per la prima volta deputato in uno dei collegi di Milano. Processato e condannato nel 1898, fu scarcerato nel 1899 e riprese uno dei posti dirigenti del suo partito. Seguì un indirizzo transigente col governo, indirizzo che fece trionfare al congresso socialista d'Imola (1902); nei congressi successivi resisté sempre alle tendenze rivoluzionarie. Nel 1911-12 fu contrario alla guerra libica e nel 1914-15 all'entrata dell'Italia nella guerra mondiale. Nel dopoguerra non seppe dominare le forze del suo partito, e, dopo la vittoria del fascismo, si rifugiò a Parigi. T. fu la personificazione tipica del socialismo italiano: nel campo teorico alcuni motivi sentimentali e alcuni atteggiamenti mentali di provenienza dell'estrema democrazia lombarda prevalsero in lui sempre sui motivi di schietta derivazione marxista; nel campo pratico si addossò la funzione di "moderatore degl'impulsivi", ma non si decise mai né a collaborare francamente col governo liberale-democratico, né ad assumere un netto atteggiamento rivoluzionario.