Finlandia
Stato dell’Europa settentrionale. Dall’inizio dell’Era cristiana i lapponi, primi abitanti del territorio, furono spinti verso N dalle popolazioni finniche che occuparono la regione tra il Golfo di Botnia e il Mar Bianco. Le tribù, chiamate suomi, si organizzarono in una rete di fattorie, a lungo esposte alle azioni politico-militari di svedesi e russi. Dopo lo stanziamento nel 6° sec. di colonie di commercianti svedesi, a Erik IX il Santo, re di Svezia (1157 ca.) si attribuisce la paternità di una crociata in F., rafforzata dalla Chiesa nel 13° sec. per contrastare i russi di Novgorod, impegnati a convertire la Carelia al cristianesimo ortodosso. Seguì la conquista politica del territorio: nel 1293 gli svedesi costruirono un avamposto fortificato a Viborg (od. Viipuri), che i russi consideravano proprio territorio; la Pace di Pähkinälinna (1323) stabilì l’appartenenza svedese del confine orientale, dall’istmo di Carelia al Golfo di Botnia. Nel 14° sec. furono introdotti diritto e amministrazione svedesi e dal 1362 la F. partecipò all’elezione del re. La colonizzazione formò una struttura sociale di carattere feudale, con un’organizzazione amministrativa, a capo della quale vi era un membro della famiglia reale insignito del titolo di duca di Finlandia. La Chiesa, rappresentata dal vescovo di Åbo (od. Turku) che aderì alla Riforma (1520), diede avvio, con la versione del Nuovo Testamento del vescovo Michele Agricola (1548), alla tradizione letteraria nazionale. Nel 16°-19° sec. si svilupparono vari conflitti sociali e dinastici che minarono la stabilità politica e il predominio svedese: dal 18° sec. i confini finnici si ridimensionarono in favore dei russi; nacque il nazionalismo finlandese, e la guerra del 1788-90 rafforzò il movimento indipendentista. La guerra napoleonica del 1808 si concluse con l’ammissione della F. come granducato all’impero russo, pur con la concessione di una larga autonomia da parte dello zar Alessandro I (Trattato di Hamina, 1809). La F. ebbe le terre cedute dalla Svezia nel 18° sec. e la capitale fu trasferita a Helsinki (1812); inoltre, mantenne la Costituzione (che era di fatto la Costituzione svedese del 1772, emendata nel 1789) e la dieta (formata da 4 Stati), procedendo nello sviluppo di un’organizzazione amministrativa a base nazionale che favorì la formazione di un’identità nazionale finlandese. L’opposizione alla politica di russificazione intrapresa dallo zar Alessandro III portò all’istituzione di un moderno parlamento che divenne di fatto organismo di autogoverno nella prospettiva dell’indipendenza nazionale, proclamata unilateralmente nel 1917. Questa, riconosciuta dal governo sovietico, fu seguita da una violenta contrapposizione politica interna tra «bianchi» e «rossi», rispettivamente sostenuti da tedeschi e sovietici, che sfociò in una sanguinosa guerra civile, terminata con la vittoria dei bianchi nel 1918; nel 1919 fu proclamata la Costituzione repubblicana. Negli anni Venti e Trenta la politica interna fu segnata da tensioni che videro l’affermazione di un forte movimento antidemocratico di destra e la messa fuori legge del Partito comunista; in politica estera, la F. seguì una linea di neutralità, intensificando i contatti con i paesi scandinavi. Nella Seconda guerra mondiale la F., attaccata dall’URSS (1939), si alleò con la Germania e nel 1941 riuscì a occupare buona parte della Carelia; tutti i territori conquistati furono poi perduti e con la Pace di Parigi (1947) la F. dovette cedere all’URSS il territorio di Petsamo, l’istmo di Carelia, il territorio a N del Lago Ladoga e una fascia di territorio lungo il confine orientale. In politica interna, nell’immediato dopoguerra ebbero particolare risalto i problemi relativi alla ricostruzione e alla riconversione industriale, accentuati dalle forti spese per le riparazioni e dall’immigrazione di circa 300.000 abitanti provenienti dalla Carelia. In quegli anni furono frequenti le crisi politiche di una certa gravità anche a causa della scoperta di un tentativo di colpo di Stato (1948). Da allora si sono alternate al governo coalizioni di partiti, ora di centrodestra ora di centrosinistra, nella maggioranza dei casi comprendenti i due maggiori partiti – l’Unione agraria (dal 1965 Partito di centro) e il Partito socialdemocratico finlandese – ai quali si sono associati alternativamente la Lega democratica del popolo finnico e il Partito di coalizione nazionale. Presidenti della Repubblica sono stati C.G. Mannerheim, J.K. Paasikivi, U.K. Kekkonen, M. Koivisto, M. Ahtisaari (premio Nobel per la pace nel 2008) e T. Halonen (riconfermata nel 2006). Sul piano della politica internazionale, nel dopoguerra la F. seguì una linea di neutralità tra i blocchi, divenendo membro delle Nazioni unite nel 1955 e associandosi nello stesso anno ai Paesi scandinavi attraverso il Consiglio nordico, pur mantenendo stretti rapporti con l’URSS prima, con la Russia poi. Il processo di integrazione europea, peraltro sostenuto sia dai socialdemocratici sia dai centristi, ha avuto come esito la decisione del Parlamento, approvata da referendum, di entrare nell’Unione Europea a partire dal 1995 (nel 2002 è entrato in vigore l’euro).